GENOVA - Si apre la caccia ai complici di Fabio Papa, il camallo della Culmv arrestato domenica scorsa mentre cercava di scaricare da un container oltre 400 kg di cocaina purissima nel piazzale del porto di Genova Prà. I militari della guardia di finanza, coordinati dal pm della Dda Federico Manotti, hanno sequestrato il telefonino del portuale per risalire ai contatti. L'uomo, infatti, ha scattato diverse foto e girato alcuni video mentre apriva il container, che era stivato a bordo della Msc Adelaide, per fare vedere ai destinatari che il carico era arrivato a destinazione e che la droga era tutta lì.
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Il primo a rischiare di finire nei guai è il collega che quella sera intorno alle 22 con il semovente ha sollevato e spostato il container contenente la droga in modo che Papa potesse accedervi agevolmente. Il ruolo dell'uomo, in via di identificazione, non è ancora accertato visto che Papa, che aveva in quel turno la qualifica di ispettore, potrebbe semplicemente aver dato un ordine al collega di 'grado' inferiore senza che quest'ultimo sapesse il perché.
La Msc Adelaide, intanto, è ripartita dal porto di Genova. Gli investigatori della squadra mobile hanno concluso la prima fase delle indagini sulla morte del marittimo serbo, trovato con un taglio alla gola la mattina dopo il sequestro di droga: dopo aver ascoltato l'equipaggio per la polizia non ci sono dubbi: l'uomo, che stava assumendo anche antidepressivi, come confermato anche dall'autopsia, si sarebbe suicidato.
Nel porto di Prà il giorno dopo era stato ritrovato il corpo di un marinaio sgozzato, che si sarebbe tolto la vita con un coltello. Le due vicende secondo gli investigatori non sarebbero collegate, ma resta comunque il velo di mistero
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IL COMMENTO
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