Cronaca

Agostino Rusca, 82 anni, per quasi sei anni è inconsapevolmente sfuggito all'indagine perché creduto deceduto, ma poi è finito nelle liste dei testi. Così è stato indagato dai pm e sarà giudicato con un altro processo. Unico commento: "Sorpreso da tutto"
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GENOVA - Si dice che dare per deceduta una persona in vita ha l'effetto di allungarle la vita. Agostino Rusca, 82 anni, dal 1999 al 2006 capo dell'Ufficio manutenzioni della direzione di Autostrade del primo tronco di Genova, per sei anni per difetti di comunicazioni è sfuggito inconsapevolmente all'indagine sulla tragedia di Ponte Morandi perché gli inquirenti lo credevano morto.

Gli investigatori hanno scoperto che non era così solo nelle scorse settimane, in aula, quando l'avvocato Mario Iavicoli l'ha "resuscitato" inserendolo nella lista dei suoi testi a difesa del suo assistito, Ugo Sartini, imputato perchè responsabile ufficio manutenzione 1° tronco di Autostrade. A quel punto per Rusca, inevitabile, visto il suo incarico in Aspi identico a quello di Sartini, è scatto l'avviso di garanzia.

Rusca sarà giudicato con un altro procedimento. Oggi in aula visto la sua veste di neo indagato non ha potuto che avvalersi del facoltà di non rispondere. Ai giornalisti invece ha solo detto, con l'aria stralunata, "sono sorpreso". Poi si è trincerato nel silenzio più assoluto e si è allontanato dal tribunale insieme alla moglie.

Oggi sarebbe dovuta essere anche la giornata di un teste illustre, ossia Walter Lupi, ex direttore del genio civile ed ex commissario del Terzo valico della linea ferroviaria Genova Milano, ma il testimone ha fatto sapere che non sarebbe potuto essere a Genova per altri impegni importanti, come ha annunciato l'avvocato Nicola Scodnik, che lo aveva inserito nella lista dei testi per il suo assistito, l'imputato Salvatore Buonaccorso, funzionario del Provveditorato opere pubbliche di Liguria e Piemonte e membri del comitato chiamato a valutare il progetto di ristrutturazione dei tiranti presentato da Autostrade che se realizzato avrebbe evitata la tragedia.

Un altro teste, Francesco Buccino, oggi 80 anni, capo reparto dell'ufficio manutenzioni di autostrade, convocato a difesa dell'imputato Alessandro Natali, responsabile ufficio manutenzioni 1° tronco Aspi, che ha sottolineato che lui si occupava delle manutenzioni ordinarie e non delle grandi opere che invece erano controllate da Spea.

A Primocanale Buccino poi dirà: "Quando lavoravo io la società si chiamava Autostrade Spa. Quando è crollato  il ponte ero in pensione da trent'anni, mi ha avvertito mia figlia e mi sono venuti i brividi perchè il Morandi era una nostra creatura. Le cause? Quando c'ero io i controlli venivano fatti, poi è intervenuta Autostrade per l'Italia e non so...".