Cronaca

Due dei tre fermati sono minorenni. Per loro è stata emessa un'ordinanza cautelare chiamata "Permanenza in Casa", simile agli arresti domiciliari
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GENOVA - Sono stati trovati i tre ragazzi che nella notte del 28 dicembre hanno girato Genova aggredendo e rapinando, almeno in tre occasioni diverse, i passanti.

Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un'ordinanza di applicazione della misura cautelare della 'Permanenza in Casa' emessa dal GIP del Tribunale per i Minorenni di Genova a carico di due 17enni e un ragazzo appena maggiorenne.

Quella notte i tre ragazzi erano stati fermati dalle volanti della Questura dopo una rapina commessa in centro storico, ai danni di una coppia che stava rientrando a casa in via San Bernardo. I due sono stati brutalmente aggrediti dal trio di giovanissimi che li aveva inseguiti fin dentro l'androne del palazzo, dove aveva percosso una delle due vittime provocandogli la frattura delle ossa nasali.

Il trio composto dal maggiorenne e i due minorenni, era stato fermato dai poliziotti delle volanti in piazza Caricamento dove il maggiorenne era stato trovato in possesso della refurtiva appena sottratta in via San Bernardo e per tale motivo era stato arrestato in flagranza, mentre i minorenni erano stati denunciati in stato di libertà.

Poco prima, però, le volanti erano intervenute su altri due episodi avvenuti a poca distanza di tempo l’uno dall'altro. Due aggressioni in spianata Castelletto, dove due gruppi di ragazzi erano stati aggrediti e rapinati dai tre giovani, infatti le descrizioni collimavano con i tre fermati, identificati dopo la terza rapina.

Le indagini, immediatamente avviate dagli uomini della Sezione Criminalità Diffusa della Squadra Mobile, che hanno raccolto le dichiarazioni delle cinque vittime e analizzato le immagini degli impianti di sorveglianza cittadini, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei soggetti identificati per l’episodio di via San Bernardo, anche per le due rapine di spianata Castelletto, che sono stati prontamente comunicate alle Procure competenti.

Il coordinamento con le Procure ha consentito di ottenere l’emissione della misura cautelare della “Permanenza in casa” a carico dei minori, un particolare istituto previsto dalla specifica normativa sui minorenni, che li obbliga a stare in casa, salvo consentire loro di continuare a seguire gli studi e le eventuali attività lavorative, sotto lo stretto controllo di genitori e servizi sociali.

Il maggiorenne arrestato, invece, è stato a sua volta collocato agli “arresti domiciliari” dal Giudice dell’udienza per direttissima tenutasi la mattina successiva all’arresto.