Cronaca

Convocati in aula in qualità di testi della difesa Stefano Patuanelli, Paolo Costa e Fabio Cerchiai
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GENOVA -Quando il gioco si fa duro in campo servono i big: deve avere pensato questo Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l'Italia fra i principali imputati del processo sulla strage Morandi che attraverso i suoi legali Guido Carlo Alleva e Giovanni Paolo Accinni ha chiesto che oggi a deporre in aula venissero due ex ministri, Stefano Patuanelli (Foto in alto a destra) e Paolo Costa (foto in basso a destra), che è stato anche presidente di Spea, e un ex presidente di Atlantia e di Autostrade come Fabio Cerchiai (nella foto grande con Castellucci).

La convocazione dei tre testi è stata confermata nell'ultima udienza della scorsa settimana, ma solo stamane dopo le 10 si saprà se i tre testi saranno tutti presenti al processo in via di svolgimento nell'aula ricavata sotto la tensostruttura del tribunale di Genova. Un processo, è bene non dimenticarlo mai, che vede alla sbarra 58 imputati fra cui i vertici di Aspi e di Spea per il crollo del 14 agosto 2018 che ha provocato la morte di 43 persone.


Importante sarà sentire quanto dirà Paolo Costa, presidente di Spea, la gemella di Aspi che fino al dicembre 2019 era adibita al monitoraggio della rete autostradale italiana e anche ministro dei Lavori Pubblici nel Governo Prodi, dal '96 al '98.

Costa nel dicembre 2018 da presidente Spea in un'intervista al Secolo XIX aveva detto: "Il sistema di sorveglianza è sicuro. Non è umanamente possibile fare di più", rassicurando poi sulla tenuta dei viadotti che in quei mesi veniva per la prima volta chiusi e sottoposti a lavori d'urgenza. "Spea è una società di eccellenza, che si confronta con i migliori gruppi al mondo. Tra i compiti ha anche la sorveglianza ma è complementare e aggiuntiva ai controlli che vengono fatti, ogni giorno, dalle direzioni di tronco. I nostri report servono a identificare quali sono gli interventi più urgenti in un piano preventivo di programmazione".
Parole che alla luce di quanto è emerso dall'indagine della guardia di finanza e della procura sul crollo del Morandi e sull'altro filone bis che riguardavano anche i report falsificati, oggi appaiono quanto meno avventate, visto che Spea è sembrata del tutto assoggettata ad Autostrade per l'Italia, per la procura uno delle cause indirette della tragedia.


L’altro ex ministro convocato in procura è Stefano Patuanelli, ingegnere edile triestino già titolare del dicastero dello Sviluppo Economico del M5S dopo il crollo, dal 2019 al 2021, oggi capogruppo dei Cinquestelle al Senato, citato anche in un’intercettazione di Giovanni Castellucci, dopo che l’ex Ad era stato cacciato da Aspi.

Come trapelato dall’inchiesta sui pannelli fonoassorbenti il 24 ottobre 2019 Castellucci parla al telefono con Joerg Eberhart, presidente di Air Dolomiti, controllata del Gruppo Lufthansa. “Mi ha telefonato la Lupo – esordisce Castellucci – è molto preoccupata… mi dirà il motivo oggi… la seconda cosa è che il ministro mi ha chiesto di vederlo… mi ha chiesto di dargli una mano su Alitalia…”.

Patuanelli nel luglio 2019 aveva ammesso l’incontro con l’ex ad di Aspi: “Sì, abbiamo parlato di Alitalia perché Atlantia era parte della cordata che doveva rilevare Alitalia. Castellucci inoltre, interloquiva anche con Lufthansa per qualche tempo dopo la sua uscita da Atlantia. Ovviamente Castellucci non ha mai avuto da me alcun mandato né io gli ho mai proposto alcun incarico”.

Patuanelli, nel luglio 2020 da ministro in carica aveva commentato così la revoca di autostrade alla famiglia Benetton: "È importante non solo per il governo ma per tutto il Paese, per le vittime del Ponte Morandi, la giustizia la farà la magistratura ma dal punto di vista etico e politico non potevamo lasciare la gestione di autostrade a chi ne ha causato il crollo di una parte importante».


Fra i big chiamati a parlare da Castellucci c'è anche Fabio Cerchiai, dal 2010 al 2022 presidente di Atlantia e fino al 2019 anche presidente di Autostrade. Lui dovrà spiegare l'organizzazione, il funzionamento e le attività svolte da organi e comitati societari di cui è stato membro e descrivere la catena di comando di Atlantia, Aspi e delle società satelliti: e ovviamente parlare di quanto sapeva del viadotto. Cerchiai all'indomani del crollo parlando della ricostruzione del viadotto Polcevera aveva auspicato: "Secondo la convenzione, Autostrade ha l'obbligo e il diritto di provvedere nel tempo più breve possibile alla ricostruzione" del ponte Morandi di Genova".

Un altro big che è stato inserito fra i testi di difesa degli imputati è Walter Lupi, dirigente Mit, convocato dagli imputato Salvatore Buonaccorso e Giuseppe Sisca, funzionari del Provveditorato opere pubbliche di Liguria e Piemonte e membri del comitato chiamato a valutare il progetto di ristrutturazione tiranti presentato da Autostrade. Lupi non sarà presente per precedenti impegni presi che non può revocare.

Prima di Patuanelli e Costa in aula hanno già deposto, chiamati dall'accusa, altri due ex ministri che si sono succeduti e si sono occupati, direttamente e indirettamente, di Autostrade e del Ponte Morandi: Antonio Di Pietro e Graziano Del Rio.

Un altro ex ministro, Maurizio Lupi, invece era stato interrogato durante le indagini dal pm Terrile, chiamato in causa allora da Di Pietro che aveva riferito che era stato Lupi a firmare la concessione per Autostrade. «C’è qualcuno che ha deciso di cambiare i contenuti convenzionali - ha ricordato in proposito l’ex ministro - Ricordo che c’è stata una legge precedente alla mia legislatura che ha stabilito il nuovo contenuto convenzionale con Autostrade».

Lupi dopo l'interrogatorio aveva detto ai cronisti: "Avevamo tre punti che per me erano sacri ovvero la sicurezza, quindi la manutenzione ordinaria e straordinaria, la realizzazione delle grandi opere e il terzo tema, quello delle tariffe, quindi che la tariffazione fosse corretta in base agli investimenti che si facevano e che le tariffe non potevano continuare ad aumentare".

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