Cronaca

Chi ha paura perché sono maleducati, chi dice no "a prescindere", chi perché "commettono reati", reati però smentiti dai carabinieri. Ma c'è chi ha il coraggio di schierarsi a favore dell'accoglienza: "Sono solo ragazzi soli che hanno bisogno di aiuto"
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GENOVA - Nelle strade, nei pochi bar, tutti parlano di furti e aggressioni, ma poi quando gli si chiede quali furti e quali aggressioni fanno tutti riferimento a due soli episodi in un anno e rimasti, quanto sembra, unici: un'aggressione su un bus 86 non molto chiara, e il furto di due biciclette, che però i ladri hanno abbandonato dopo averci fatto un giro, uno dei due minori sarebbe anche stato picchiato da più persone per punizione.



Emerge dal viaggio nelle vie di San Desiderio, "Sande", come dicono in quelle colline della Valle Sturla, un luogo di campagna dove vivono 1800 anime e dove di solito si va per le escursioni, i ristoranti, ora anche per un agriturismo che suscita invidie tanto è bello, e per la serie di campi di calcio dove intere generazioni di genovesi hanno sognato di diventare calciatori quando erano in terra battuta.

A San Desiderio gli abitanti sono infuriati per la presenza di una cinquantina di minori stranieri che con un forte turn over da un anno sono ospitati in due strutture, l'ex scuola e l'ex casa del Popolo e sede del partito del Pci, al bivio per Premanico. Questo centro rimarrà, l'altro, più vicino al cuore del paese dovrebbe essere chiuso. "Perché la metà dei ragazzi sarà trasferita altrove" garantisce Federico Bogliolo presidente del Municipio Levante.

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