Cronaca

In aula Evaristo Scalco, il maestro d'ascia 63enne che nella notte tra il primo e il 2 novembre uccise con una freccia scoccata con un arco il peruviano Javier Alfredo Miranda Romero, 41 anni, che stava festeggiando la nascita del figlio con un amico
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GENOVA -Prima udienza davanti alla corte di assise di Genova per Evaristo Scalco, il maestro d'ascia di 63 anni che nella notte tra il primo e il 2 novembre del 2022 ammazzò in vico Mele, nel centro storico, con una freccia d' acciaio Javier Alfredo Miranda Romero, 41 anni.



Dopo la costituzione delle parti, il presidente della Corte Massimo Cusatti ha iniziato l'istruttoria con l'ascolto del primo testimone, il carabiniere della radiomobile di Genova intervenuto per primo sulla scena del delitto.
Il militare ha raccontato di aver rinvenuto Miranda a terra in un lago di sangue agonizzante e di aver arrestato per la pubblica sicurezza Scalco, che era sceso di casa e stava tamponando con degli asciugamani la ferita di Miranda, ed era circondato da molte persone che lo aggredivano verbalmente tra cui un testimone che ha fornito dei video di quanto accaduto.

La Corte avrà a disposizione anche le altre registrazioni video catturate dalle telecamere del sistema di sorveglianza Genova Sicura.

Secondo il programma Evaristo Scalco sarà ascoltato il 24 novembre. Fondamentali per la ricostruzione dell'omicidio per la procura saranno anche le testimonianze del medico legale, del radiologo che fece la tac appena ricoverato a Miranda e il chirurgo che tentò il tutto per tutto per salvargli la vita; questo servirà per stabilire che la freccia è stata letale. Il pm dell'indagine è Arianna Ciavattini.

Scalco che è tornato a vivere in Lombardia si è presentato davanti alla Corte d'Assise: l'uomo rischia l'ergastolo a causa delle aggravanti dell'odio razziale e dei futili motivi. Per questa ragione il gip Alberto Lippini, a luglio ha rigettato la richiesta di rito abbreviato presentata da Jacopo Pensa e Federico Papa, gli avvocati milanesi dell'artigiano accusato di omicidio.

Nelle motivazioni del giudice si legge che "anche qualora il comportamento della vittima avesse travalicato il gesto di alzare il dito medio nei confronti dello Scalco, come prospettato dalla difesa, la reazione esageratamente spropositata e sproporzionata non può che rientrare nell'alveo della circostanza aggravante contestata dal pm”.

L'artigiano, dopo quattro mesi di reclusione a Marassi, era uscito dal carcere a marzo ed era stato trasferito agli arresti domiciliari nella sua casa in provincia di Varese con la misura del braccialetto elettronico, nonostante il parere contrario del magistrato titolare del fascicolo. Per il gip Scalco aveva mostrato pentimento e consapevolezza della gravità delle sue azioni e lo avrebbe dimostrato scrivendo una lettera alla compagna di Javier Miranda Romero e versando alla sua famiglia 10mila euro come primo parziale risarcimento.

Questa mattina in aula anche le parti civili: la sorella con la prima figlia della vittima e la moglie e madre del piccolino che tra qualche settimana compirà un anno. L'intenzione della corte presieduta dal giudice Massimo Cusatti è quella di procedere velocemente arrivando a sentenza prima della fine dell'anno.
"Siamo contenti che il tribunale stia stabilendo termini brevi per celebrare il processo - ha commentato l'avvocata Francesca Palmero che assiste la moglie di Miranda - ovviamente la signora è disperata e addolorata, tra poco sarà un anno dalla morte del compagno e del papà del bambino e queste sono situazioni che riaprono una ferita costante, confidiamo nella giustizia".

Fondamentali per la ricostruzione del fatto secondo la procura saranno anche le testimonianze del medico legale, del radiologo che fece la tac appena ricoverato a Miranda e il chirurgo che tentò il tutto per tutto per salvargli la vita; ciò per stabilire che effettivamente il colpo scoccato sia stato letale e di per sé idoneo a procurare la morte.

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