GENOVA - "Siamo moderatamente soddisfatti per il verdetto della corte d'assise anche per capire se fare appello vogliamo prima leggere le motivazioni della sentenza".
Lo hanno detto subito dopo la sentenza della Corte di Assise Mirko Bettoli e Carlo Caselli Lapeschi, i due legali di Alberto Scagni, l'assassino della sorella Alice che ha rischiato l'ergastolo e in primo grado se l'è cavata con 24 anni e sei mesi di prigione.
"Sono state rigettate due premeditazioni della crudeltà e dei mezzi insidiosi ed è stato accolto il nostro impianto difensivo riconoscendo anche la parziale infermità del nostro assistito, i giudici hanno capito che Scagni deve essere curato - spiegano i due avvocati - non abbiamo parlato ancora con il nostro assistito, ma lo faremo nei prossimi giorni".
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