Cronaca

Gli avvocati di Gervasio chiederanno una perizia per accertare le sue condizioni psichiatriche. Al via un'ispezione ministeriale
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GENOVA - L'indagato per l'omicidio in carcere non ricorda nulla dell'aggressione costata la vita al compagno di cella e i suoi due avvocati preannunciano la richiesta di una perizia psichiatrica per stabilire se al momento del fatto era incapace di intendere e di volere. Dopo il fatto il Ministero della Giustizia intanto predispone un'ispezione ministeriale nell'istituto di pena di Marassi.



Sono le due novità del delitto avvenuto nel carcere di via del Piano. Gli ispettori del ministro Nordio devono accertare se Luca Gervasio, il presunto assassino, poteva essere lasciato da solo in cella con la vittima, Roberto Molinari, un altro recluso "fragile" dal punto di vista psichiatrico.
 
L'ispezione ministeriale è invece una prassi in caso di fatti gravi.

Sul fatto che ad uccidere Molinari sia stato Gervasio non ci sarebbero dubbi, ora si attende l'esito dell'autopsia per capire come è avvenuto l'omicidio. Se il 58enne è stato ucciso nel sonno o se invece era sveglio e ha cercato di difendersi.

Ai raggi x anche il referto medico e la relazione di un'aggressione subita due notte prima dalla vittima da parte dello stesso Gervasio. Molinari aveva detto di essere caduto dal letto, in realtà forse era solo terrorizzato dal suo compagno di cella. Un precedente che forse avrebbe consigliato di trasferire l'indagato lontano da Molinari.

Uno dei problemi delle Case Rosse della Valbisagno è che tutti i posti per i detenuti psichiatrici sono da sempre sovraffollati. E Gervasio sino a ieri non era considerato un paziente psichiatrico.

I due legali di ufficio di Gervasio, gli avvocati Simone Bertuccio e Simone Bringiotti, hanno riferito a Primocanale che il loro assistito "sa di essere indagato ma ne ignora il motivo, questo fa capire quanto siano precarie le sue condizioni psichiatriche e quanto sia inevitabile, in attesa del risultato dell'autopsia, la nostra richiesta per una perizia che attesti se al momento del fatto era capace di intendere e di volere. A nostro avviso in quelle condizioni la sua permanenza in una sezione non protetta è pericolosa anche per la sua incolumità".