GENOVA -"L'Italia si è detta disposta a rimpatriare lo studente egiziano Zaki ma non un cittadino italiano morto in Africa che dopo tre mesi in un obitorio ora rischia di finire in una fossa comune".
E' il drammatico e struggente appello di Cinzia Paradisi, genovese di San Desiderio, sorella di Giuseppe, morto il 13 maggio in circostanze misteriose nel paese africano della Guinea Bissau dove viveva da vent'anni. Morto, ha riferito con una terribile telefonata l'amico italiano che vive in Africa e che tre mesi fa ha dato la notizia alla famiglia, in un incidente stradale di cui però non si sa ancora nulla.
Il cadavere di Giuseppe da allora è in una delle quattro camere ardenti dell'obitorio della capitale dell'ex colonia portoghese, Bissau, ma se non verrà rimpatriato rischia di essere tumulato in una tomba comune.
"Per rimpatriarlo servono quasi 11 mila euro, noi quei soldi non li abbiamo - spiega Cinzia Paradisi - per questo abbiamo chiesto aiuto all'ambasciata più vicina, che si trova a Dakar, in Senegal, ma ci hanno detto che non possono fare nulla, anzi, ci hanno anche intimato a non rivolgerci ai giornalisti".
La donna chiede polemica come sia possibile che un governo, oltretutto di centro destra, come quello di Giorgia Meloni, che lei ha votato, possa offrirsi per rimpatriare lo studente egiziano Zaki ma poi non muove un dito per dare una mano a una famiglia italiana e rimpatriare un proprio caro, "che viveva all'estero per lavorare".
Oltretutto la morte di Giuseppe Paradisi, a dire della sorella, è tutt'altro che chiara: "Mesi fa era stato minacciato da una persona a causa di una donna ed era stato costretto a stare segregato per tre giorni nella caserma della gendarmeria, per questo allo stato attuale non possiamo escludere che sia stato ucciso. Abbiamo chiesto al console di avviare accertamenti, ma non lo hanno mai fatto".
Giuseppe vent'anni fa è finito in Guinea Bissau, ex colonia portoghese e fra i paesi più piccoli dell'Africa, quasi per caso, dopo una vacanza si è innamorato del Paese e di una ragazza del posto e non è più tornato.
Viveva gestendo un bar del posto e a Genova tornava di rado, "ci sentivamo al telefono ogni due o tre mesi, sembrava tutto tranquillo, o quasi, sino a quella maledetta telefonata che ci ha avvertito della sua morte in un incidente. Ora chiediamo solo una mano per riportare a casa Giuseppe", dice Cinzia a Paradisi, che alla domanda come mai in questi lunghi tre mesi lei, ma anche un altro fratello, anch'esso residente a Genova, non siano mai andati in Guinea Bissau per capire ammette: "Non possiamo permetterci il viaggio d'aereo".
Appello di una genovese, "l'Italia rimpatria Zaki ma dimentica la salma di mio fratello"
Cinzia Paradisi, sorella di Giuseppe, morto a 58 anni in circostanze misteriose in Guinea Bissau. "Ma allora perchè dicono "prima gli italiani?"
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