Cronaca

Si tratta di una detenuta di circa 30 anni, con gravi problemi psichiatrici, sottoposta a regime di grande sorveglianza, con reati di spaccio e rapina
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GENOVA - Ha provato a strangolare l'ispettore che la stava accendendo una sigaretta. È successo nel carcere femminile di Pontedecimo.

Ieri pomeriggio una detenuta di circa 30 anni, con gravi problemi psichiatrici, sottoposta a regime di grande sorveglianza, con reati di spaccio e rapina, ha tentato di strangolare un ispettore (donna)". 

Lo dichiara il segretario regionale della Uil Pa penitenziari della Liguria, Fabio Pagani. La detenuta prima ha chiesto all’ ispettrice di poter accendere una sigaretta e poi all’improvviso l’ha afferrata per il collo, solo grazie all’intervento di due agenti femminili, si è riusciti a staccare la violenta presa della detenuta. "Ci chiediamo cosa ancora debba avvenire nei veri e propri teatri di guerra costituiti dalle nostre prigioni affinché il Governo, il Parlamento e, in generale, la politica prendano atto dell’emergenza ormai strisciante e varino provvedimenti consequenziali e idonei a metterle in sicurezza e, magari, a renderle almeno tendenzialmente rispondenti al volere costituzionale".

"Ogni giorno nelle carceri si registrano violenze di ogni genere, dalle risse agli stupri fra detenuti, passando per violentissime aggressioni agli operatori del corpo di polizia penitenziaria, che ormai ammontano a oltre quattro al giorno. Finiscono per essere palestre del crimine dove insistono piazze di spaccio di sostanze e oggetti non consentiti, tra cui droghe, telefonini, smartphone e persino armi. Tutto ciò nella sostanziale inoperosità del governo, che al di là delle pur condivisibili dichiarazioni d’intenti del Sottosegretario al Ministero della Giustizia, con specifica delega, Andrea Delmastro delle Vedove, continua a non assumere le misure necessarie a fermare quella che è una vera e propria strage, specie se si considerano anche i suicidi".

"Ma, soprattutto, i grandi assenti sono il Guardasigilli, Carlo Nordio, e il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo. Se il primo sembra essere più impegnato in altre faccende che alimentano in queste ore il dibattito politico, del secondo dopo sei mesi dal suo insediamento non si hanno tangibili notizie - spiega il Segretario della Uilpa PP - Peraltro, a tutto ciò si aggiunge la non gestione dei detenuti affetti da patologie psichiche e abbandonati a se stessi dallo Stato".