Cronaca

Dovrà spiegare perchè non rispose alle interpellanze del senatore Rossi che fra il 2015 e il 2017 avvertì del degrado del Morandi e di un ufficio fantasma mai nato. Poi toccherà ad Antonio Di Pietro
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 GENOVA -Prima Graziano Delrio, poi Antonio Di Pietro che comparirà in aula nello stesso giorno del senatore Maurizio Rossi, editore di Primocanale.


Al processo Morandi siamo al conto alla rovescia per l'arrivo dei big. I più attesi sono due ex ministri delle Infrastrutture, Delrio e Di Pietro, che dovranno rispondere su come mai il dicastero non sia mai accorto delle precarie condizioni del viadotto Polcevera, risultato degradato dagli anni '90 e però mai messo in sicurezza. E come mai non è stato mai aperto un ufficio del ministero istituito dal 1967 per controllare tutte le grandi opere pubbliche.

Di Pietro, il magistrato simbolo di Mani pulite, era stato convocato per il 27 giugno insieme al suo successore Delrio, ma ha chiesto e ottenuto di cambiare data perchè quel giorno si sposa suo figlio.

Maurizio Rossi nel suo ruolo di senatore per tre anni, il 20 ottobre 2015, il 28 aprile del 2016 e il 30 marzo del 2017, presentò interrogazioni in Commissione Trasporti del Senato mettendo alla luce le degradate condizione di Morandi: allora Delrio non rispose, stavolta l'ex ministro di fronte alle stesse domande di pm o avvocati non potrà fare scena muta.

Oggi in aula la dipendente di Autostrade Flavia Corcos ha sottolineato le pressioni subite nel 2016 appena nominata responsabile dell'ufficio rischi da parte di due superiori, due degli imputati più importanti, Donferri Mitelli e Berti. Fu lei ad addolcire la denominazione del rischio inerente al Polcevera: il sospetto è che nella sua decisione possano avere influito i condizionamenti dei due imputati.

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