Cronaca

Viaggio nei vicoli della Maddalena dopo l'ennesimo blitz dei ladri. Commercianti e residenti: "Servono contrasto ad alcool e droga e soluzioni per i problemi sociali"
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GENOVA - Il furto di questa notte in Vico della Rosa nel negozio Mielaus riaccende il dibattito sulla sicurezza nel centro storico. "Hanno distrutto la mia vetrina per la seconda volta in due anni - racconta il proprietario e attivista antimafia Andrea Piccardo -. È da 23 anni che siamo qui in Maddalena ed è un quartiere già riqualificato, molto bello, con attività commerciali ed attivismo", che negli anni ha saputo produrre episodi di riqualificazione dal basso: "A fianco del mio negozio c'è un asilo nido che abbiamo costruito proprio dove c'era un centro di spaccio con pregiudicati ad ogni angolo. Basta essere operativi per sanare e qua la situazione è sanata".

Secondo Piccardo serve un maggior dialogo tra i cittadini, "riaccendere luci in strada ma anche umane", e con le forze dell'ordine: "Non serve una risposta sicuritaria. Nella polizia municipale ci sono ottimi agenti e persone che sanno come intervenire ma bisogna ascoltare loro ed evitare di fare sceneggiate dove chi viene qua pensa di fare il padrone e non collabora - dichiara -. Si riparte da questo, dalla collaborazione e dall'ascolto".

Dialogo che secondo i cittadini continua a mancare: "Oggi si è tenuto un convegno a Palazzo Tursi con tre tavoli di confronto e noi non siamo stati avvisati. Manca una rete, manca un collante, manca la presenza delle istituzioni" denuncia Andrea Megliola, orafo del centro storico, secondo cui mancano anche le indagini: "Se ci sono i poliziotti ma non c'è un'indagine seria nei confronti della malavita, che esiste ma molti non la vogliono vedere, a cosa serve la presenza di forze dell'ordine? Non ci sentiamo al sicuro - racconta -, la situazione è andata peggiorando. Quello di stanotte non è un evento isolato ma l'ennesimo, sempre della stessa tipologia".

"Siamo preoccupati, è successo anche 10 giorni fa in un ristorante" spiega Daniele Nadotti, barista di via della Maddalena, secondo cui il problema è "l'abuso di alcol. Sono qui da 8 anni, ci sono troppi locali che lo vendono a basso costo e troppi ubriachi in giro. Negli ultimi 8 anni la situazione è migliorata molto, prima c'erano 50 persone ubriache. Dove ora abbiamo i tavolini prima c'erano solo ubriachi, ora persone che fanno colazione o mangiano. Ma dalle tre del pomeriggio si torna ad una situazione preoccupante di alcol e spaccio".

Qualcuno esce solo di giorno come Tina, secondo cui "il centro storico non è da considerarsi penalizzato ma credo che il problema sia generale: di sera è così, non solo qua"; per altri è una questione di zone: "Qui (via Lomellini ndr) mi sento sicura - spiega Patrizia - ma basta allontanarsi di due vicoli che la situazione cambia completamente. Ci sono criminalità e droga, anche i controlli ma non sono sufficienti". Anche criminalità organizzata: "Con l'immobilismo nel quartiere si sta riconsegnando il centro storico a famiglie di mafiosi che si stanno riallargando come un tempo, noi li avevamo cacciati ma stanno tornando" denuncia Piccardo.

Ma il Piano Caruggi sta funzionando? Secondo Piccardo "sarebbe un'ottima intenzione se ci fosse una pianificazione reale ma noi non la vediamo e tutto quello che viene fatto sembra un tappeto sotto cui scaricare qualsiasi cosa, così come i Patti di Sussidiarietà che non sono gestiti dall'amministrazione ma da privati che fanno quello che possono", mentre secondo Nadotti "si è un po' arenato perché in certe situazioni ci si è adagiati" e quindi "servono nuove iniziative, per esempio favorire le attività che vogliono aprire con agevolazioni, non regalando i soldi ma aiutando chi investe di propria tasca e che possa portare flussi positivi"; oppure "incentivare di più le persone e i giovani a venire ad abitare qui con agevolazioni - dichiara Patrizia -. Persone ce ne sono, vedo ragazzi e bambini ma dovrebbero aumentare ancora. Si potrebbero ristrutturare i palazzi più degradati e darli in affitto ai giovani, potrebbe essere una soluzione".

Fino a qualche anno fa "il patto per lo sviluppo della Maddalena era stato un laboratorio sociale con idee e contatti aldilà delle appartenenze politiche - spiega Piccardo - ma oggi il quartiere ha perso servizi" e gli episodi come la rapina di questa notte secondo Andrea Megliola "sono frutto di disagio sociale: qual è la prevenzione per fenomeni come povertà e dipendenze? Il centro storico dovrebbe godere di arte e cultura, manifestazioni che possano concorrere a limitare il disagio e a mettere in moto i genovesi stessi come promotori della città. Ora la città si promuove in altro modo ma sembra frutto di un'idea di gentrificazione e turismo di massa, che porterà effetti non solo positivi".