GENOVA -Un centro sociale in marcia per dire no al possibile progetto del comune di Genova di sfrattarlo dalla sua storica sede dove opera da trent'anni.
E' la chiara risposta del popolo dello Zapata dei Magazzini del Sale di via Sampierdarena che oggi, dopo le 16, è partito in corteo dalla stazione Marittima, obiettivo: raggiungere il centro sociale al ritmo di musica, una festa per difendere la sua storia all'improvviso messa in discussione dall'amministrazione del sindaco Marco Bucci che dopo avere sottolineato che il centro sociale non paga nulla di canone e di spese ha annunciato la possibilità di sfrattare il centro sociale "perchè quei prestigiosi locali sono interessati da progetti necessari alla crescita della città". Una delle possibilità è che al posto del centro sociale possa essere insediata l’Accademia Ligustica.
Tursi avrebbe già pronte due alternative ai Magazzini del Sale, sempre nella zona di Sampierdarena. "Ci sono soluzioni raggiungibili in 5 minuti a piedi" da detto il sindaco Bucci. Tra le opzioni l'ex manifattura Tabacchi ad alcuni capannoni in lungomare Canepa.
Una posizione, quella del centro sociale, sulla carta, di attesa, ma che in realtà potrebbe nascondere la volontà di resistere a qualunque costo nella sede occupata trent' anni fa, "siamo morosi? Un centro sociale occupato non paga il canone" fanno sapere dallo Zapata, che a proposito di sfratto della giunta di Bucci, rispondono con le mille attività sociali e di laboratorio consolidate nei locali di via Sampierdarena, compresa una palestra sociale dove si allena una campionessa italiano di pugilato.
Solidarietà, quella allo Zapata, molto più ampia di quella in piazza oggi, dove sono confluiti politici della sinistra, altri centri sociali, genovesi e di altre città, primo fra tutti il Leoncavallo di Milano, eppure di artisti che proprio nei locali di via Sampierdarena hanno mosso i primi passi prima di diventare famosi, a cominciare da Caparezza e per finire al fumettista Zerocalcare.
A spiegare i motivi dello sciopero prima della partenza del corteo è una militante del centro sociale:
"Siamo qui per ricordare a chi non ricorda cosa è lo Zapata e ricordare cosa sono gli spazi sociali e l'importanza che hanno nel nostro quotidiano nella nostra città e quanto dovrebbero essere ritenuti importanti anche dal punto di vista culturale".
Zapata che non è solo musica: "Di recente è uscito un bellissimo video che racconta tutte le nostre attività, lo Zapata è un centro di aggregazione, un centro sociale vuole dire questo, facciamo pugilato nella nostra palestra popolare, abbiamo una cucina rebelde, abbiamo una sala prove, facciamo un corso di tecnico audio, abbiamo biblioteca, cineteca, un sacco di spazio che mettiamo a disposizione di tutto il quartiere e di tutte le persone che vogliono attraversarlo. Cosa rispondiamo allo sfratto del Comune? Tutte le notizie per ora le abbiamo lette sui giornali, non abbiamo ancora avuto un incontro, è noto che il 20 incontro con il sindaco, vediamo. Si parla di destinarci altri spazi? Vedremo quale sarà la proposta del Comune, la solidarietà? Non avevo dubbi che ci sarebbe stata tanta solidarietà, stiamo parlando di uno spazio che ha trent'anni di storia, nessuno può immaginare i numeri di tanti anni di attività, politica, è bene ribadire che questo spazio nasce dalla volontà di avere uno spazio dove poter esprimere le proprie idee e i propri ideali uniti sicuramente dall'antifascismo. Nei giovedì poi facciamo delle collette alimentari che sono state ancora più importanti nel periodo del covid."
Alla domanda cosa potrà accadere se il comune non arretrerà dal proposito dello sfratto la portavoce del centro sociale risponde secca: "Con i se e con i ma non si fa la storia, vediamo cosa propone il Comune e poi si vedrà...".
IL COMMENTO
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