Cronaca

Presentazione dell'anno giudiziario e sentenze del tribunale amministrativo. Pnrr: tutti i ricorsi a Roma, si rischio il blocco controversie
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GENOVA -I tanti no vax sospesi dal posto di lavoro o licenziati perché non si sono voluti vaccinare, ma anche le istanze dei gestori degli stabilimenti balneari che si sono sentiti scippare la propria attività dalla direttiva comunitaria della Bolkestein. E poi le controversie sugli appalti pubblici.


Sono queste alcune delle tematiche che hanno impegnato i pochi giudici del Tar, il tribunale amministrativo della Liguria, nel 2022.

E' emerso dalla relazione del presidente del tribunale Giuseppe Caruso che ha ribadito come il contenzioso in materia di demanio per le direttive della Bolkestein che regola la gestione degli stabilimenti balneari rimane fra le controversi più frequenti dei ricorsi con 47 istanze. "Qui spesso - ha spiegato Caruso - si è pronunciato il consiglio di stato che ha ritenuto prevalente la direttiva dell'Unione europea sia sulla Bolkestein che sul trattato".

Invece sulle controversie nate per i vaccini il presidente del Tar ha ammesso che molte volte i no vax per giustificare il fatto di non essersi vaccinati hanno trovato le scuse più fantasiose: chi aveva prenotato, chi pensava di averlo fatto, e altre ancora.

Alto (28 istanze) come nell'anno precedente anche il numero delle controversie riguardo i non vax sospesi o licenziati per avere rifiutato di vaccinarsi.


Caruso poi ha detto che le controversie nate da presunte procedure non corrette delle pubbliche amministrazioni della Liguria "sono di numero inferiore a tante altre regioni".

Il numero più alto di ricorsi depositati rimane quello in materia di edilizia e urbanistica, 155 nel 2021 (5 in più rispetto al 2020) ma nel 2022 schizzati a 183.

Diminuiti invece i contenziosi in materia di pubblico impiego non contrattualizzato, 19 ricorsi contro i 92 ricorsi nell'anno passato.

Scesi anche i ricorsi relativi alle autorizzazioni e concessioni (in particolare quelli per le concessioni di aree portuali) e quelli in materia ambientale (da 31 a 20).

In totale i giudici amministrativi hanno operato su 799 ricorsi, meno rispetto all'anno passato (891) ma più di quelli del 2020 quanto le liti erano state 775.

Uno dei rischi in materia di controversie legate ai fondo del Pnrr, il piano nazionale ripresa e resilienza, è che si blocchino tutti a Roma visto che si è deciso, come ha denunciato lo stesso presidente Caruso e il vice presidente degli avvocati amministrativisti, la genovese Daniela Anselmi, di affidare le istanze di ogni regione al Tar della capitale da sempre il tribunale amministrativo più oberato.
Fra i problemi del tar ligure quello comune a tutti gli uffici giudiziari degli organici carenti, come ha ribadito Caruso che ha sottolineato la carenza di magistrati.

Nella sua relazione il presidente del Tar ha sottolineato come i tempi delle sentenze siano brevi perché tra sentenza e appello siamo sull'ordine di un anno, meglio che in altre nazioni dell'Europa.

Presente anche l'avvocato Luigi Cocchi, appena rieletto presidente dell'Ordine degli avvocati di Genova che ha sottolineato i problemi della categoria: "La pandemia ha acuito tutto come la crisi economica, questo significa che il nostro lavoro spesso non viene remunerato in modo adeguato, quanto può costare al cittadino un ricorso al tar? Non è facile da dire, dipende dal tipo della controversia, basti pensare che per un appalto ci vogliono 6 mila euro come contributo di ingresso, questo è uno sbarramento al diritto di giustizia non irrilevante".

Dei problemi dei legali parla anche Daniela Anselmi, vice presidente Unione Nazionale e presidente Associazione avvocati ligure degli amministrativisti, che ha lanciato un appello: "Il governo sta elaborando una norma che trasferirà tutte le controversie in tema di pnrr ma anche di espropri al Tar del Lazio spogliando i Tar regionali e allontanando la controversia dal territorio. La nostra richiesta, che è la stessa dei magistrati, è che questa norma non venga approvata

 

 

 

 

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