Cronaca

Concessi tre mesi di proroga ad inquilini a Sampierdarena. L'allarme del sindacato Sicet: "Dopo lo sblocco degli sfratti 3500 famiglie rischiano di finire sulla strada"
1 minuto e 0 secondi di lettura

GENOVA -L'Ufficiale giudiziario si trova davanti a una decina di operai della Fiom, esponenti dei circoli operai e di Genova Solidale e lo sfratto esecutivo a una famiglia composta da una settantenne con due familiari disabili a carico viene rinviato di tre mesi.

Il dramma in un'abitazione di via Cantore, nel cuore di Sampierdarena.

Sul posto anche la polizia di stato. Dopo un lungo dialogo fra gli inquilini, ufficiale giudiziario, esponenti di Genova Solidale - associazione di cui fa parte fra gli altri l'Anpi, Cgil e circoli operai, associazioni ambientaliste - e dopo avere contattato il proprietario dell'immobile, è stata concessa una proroga di tre mesi alla famiglia.

Il movimentato sfratto riporta di attualità l'emergenza casa, sottolineata dai numeri riferiti da Stefano Salvetti, segretario generale dal Sicet, il Sindacato inquilini case e territorio:

"Solo nel 2021 con lo sblocco degli sfratti dopo la pandemia sono stati eseguiti mille dei 3500 sfratti esecutivi richiesti, il 90% per morosità inconsapevole. Non solo: nonostante un patrimonio di 10.700 alloggi popolari a Genova, che arrivano a 21.500 in Liguria, l'anno passato nel capoluogo ligure sono state assegnate solo 130 case di edilizia residenziale pubblica". "Tutto questo - denuncia ancora Salvetti - a fronte di 1400 alloggi che risultano vuoti per vari motivi".

Foto d'archivio

ARTICOLI CORRELATI

Mercoledì 11 Gennaio 2023

Bollette, carburante, pedaggio: così non arriviamo alla fine dell'inverno

La situazione è ingestibile sul piano economico per un Paese come l'Italia
Venerdì 17 Giugno 2022

Sfratti post-pandemia, a Genova aumentano i senzatetto: "Soprattutto donne, ma anche tante famiglie"

"Solo a Genova, nel nostro centro, abbiamo avuto circa 70 richieste che non siamo riusciti a soddisfare. I senza tetto hanno bisogno di ospitalità di prima accoglienza come centri e ricoveri" spiega la dipendente della Caritas