Cronaca

Scossa di 3.5 tra Davagna e Bargagli, grande spavento, ma nessun danno segnalato
3 minuti e 7 secondi di lettura

LIGURIA - Nuova scossa di terremoto in Liguria. Trema ancora la terra con una scossa di magnitudo 3.5: l'epicentro ancora una volta è nella zona tra Davagna e Bargagli, a due km dalla prima località e 5 dalla prima. Questa volta la profondità è stata di 8 km, secondo i dati diffusi dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Ennesimo episodio sismico che ha toccato la nostra regione. Tutta la zona attorno a Genova e lo stesso capoluogo ha avvertito chiaramente i muri delle case tremare per qualche secondo attorno alle 23:41. Tantissime le segnalazioni via Whatsapp dei nostri telespettatori che al 3476766291 hanno avvertito e descritto di aver sentito chiaramente una prima oscillazione e poi un tremore più intenso e prolungato. E sono state tantissime anche le chiamate ai vigili del fuoco, visto lo spavento, ma non risultano danni a cose o persone. Alcuni sono scesi per strada o si sono affacciati alle finestre, altri che erano già a letto si sono svegliati per l'intensità del fenomeno.

A rassicurare i cittadini è anche il governatore di Regione Liguria Giovanni Toti, che su Facebook scrive: "Sono in costante contatto con la Sala operativa della Protezione civile regionale, l’assessore Giampedrone e abbiamo già sentito il sindaco di Bargagli, Sergio Casalini: per ora non risultano criticità e il 118 appena contattato non segnala emergenze"

Scossa Bargagli, il sismologo: "In quell'area mai un terremoto così forte da 300 anni" - L'INTERVISTA

La prima scossa in Liguria era stata avvertita lo scorso 22 settembre, sempre di intensità pari a 4.1 e con epicentro Bargagli. Il sismologo Stefano Solarino aveva spiegato che un "terremoto così forte nella zona attorno a Bargagli non si verificava da 200/300 anni". Eppure sono state diverse le scosse rilevate nei giorni seguenti, con Loano e Davagna come epicentri, anche se di minore intensità.

Terremoto, ecco cosa fare in caso di scossa - LE REGOLE

In questi casi, è bene ripassare le regole: ci si protegge cercando di ripararsi sotto muri portanti, angoli delle case, sotto un tavolo. Alla fine dell'evento con la maggior attenzione possibile si guadagna l'uscita aspettando di capire cosa è accaduto ed eventualmente chiedendo l'aiuto delle forze di protezione civile per fare una analisi dell'edificio e vedere se è ancora abitabile. Non usare gli ascensori e le scale. Dopo la scossa poi, meglio non accendere fornelli prima di aver verificato che non ci siano fughe di gas o principi di incendio. Ancor meglio, spegnere gli interruttori generali di gas ed elettricità. Se ci si trova all'aperto durante la scossa, meglio allontanarsi da alberi e lampioni e ancora non sostare vicino agli edifici per evitare di essere colpiti da oggetti come pezzi di cornicioni o insegne. Se si sta viaggiando in auto, meglio fermarsi nella prima area libera e attendere che la scossa passi.

10 scosse di terremoto a Borzonasca in 4 giorni, l'Ingv: "Ecco le zone sismiche della Liguria" - L'APPROFONDIMENTO

La Liguria non è nuova comunque a fenomeni sismici. Proprio a marzo di quest'anno, si erano verificate una decina di scosse di terremoto nel levante ligure, con epicentro nella zona di Borzonasca. In quell'occasione, Lucia Margheriti, ricercatrice dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, aveva spiegato proprio a Primocanale che "tutta l'Italia è zona sismica, quindi terremoti di magnitudo 3 o più possono avvenire su tutto il territorio nazionale". Fenomeni molto più frequenti di quanto possiamo pensare, dato che la nostra penisola si trova proprio nel bel mezzo di due placche. "Le zone più attive in Liguria sono quelle al confine verso la Toscana, ovvero della Garfagnana e della Lunigiana - dove ci sono stati in passato terremoti di magnitudo sopra 6 - e poi anche la zona invece della Liguria occidentale" Ogni giorno, spiega l'Ingv, si verificano attorno ai 30-40 eventi sul territorio nazionale ogni giorno e di questi almeno una o due scosse che superano i 2.5 vengono comunicati alla Protezione Civile.