Cronaca

Quegli angeli dei pompieri, la voce del cronista 'amico' e l'umana disperazione appesa ad un filo per ore in via XX Settembre
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GENOVA - Alla fine un gancio attaccato all'autogru ha sollevato il vigile del fuoco e ha 'tirato via' Massimo. Sulla cinquantina, una storia personale drammatica tra un lavoro da pescatore perduto, una moglie ammalata e una casa a rischio: già in passato su quel Ponte Monumentale era già salito e l'ultima volta era accaduto qualche settimana fa, minacciando gesti estremi e chiedendo aiuto. Questa sera, in via XX Settembre, è rimasto per ore "sospeso" su una rete che serve per raccogliere eventuali calcinacci dalla volta, durante i lavori di restauro del ponte genovese: dalle 19:30 circa, quando ha iniziato a radunarsi un primo capannello di curiosi, fino alle 22:30 quando finalmente tutte le forze scese in campo sono riuscite a portarlo a terra. 

E protagonisti di questa serata sono stati proprio quegli angeli dei vigili del fuoco, che con un'autoscala sono saliti anche loro per provare a parlare con Massimo P. e a convincerlo che fosse meglio scendere. Uno di loro, è salito sulla rete restando per lungo tempo seduto assieme a lui ad ascoltarlo. Imprecazioni, urla, ma soprattutto una disperata e umana richiesta di aiuto. A pregarlo di non restare seduto lì anche i cognati, fin dai primi istanti sul posto, che hanno cercato in tutti i modi di invitarlo a desistere dal suo proposito. L'uomo, infatti, continuava a dire - probabilmente anche sotto l'effetto di alcool - che voleva restare lì per almeno cinque giorni.

Poi una richiesta, quella di parlare con il cronista 'amico', Michele Varì, nostro collega a Primocanale. Varì conosce da tempo la storia avendolo incontrato più volte in passato e cercando di aiutarlo attraverso i canali delle istituzioni e dei servizi sociali. Così, in scooter, dopo la richiesta arrivata dalla polizia locale, Michele ha provato a farlo ragionare parlandogli al megafono e informandolo di aver già avviato un dialogo con gli assessori del Comune di Genova e coi sindacati, nel tentativo di trovare per lui un reddito di sostentamento o un'occupazione. 

"Chiacchiere, io ho bisogno di aiuto. Mia moglie è malata", parole che hanno saputo scalfire gli animi di molti tra i presenti, nonostante quei tanti smartphone all'insù a riprendere la scena. Ma di scendere non ne voleva sapere, anzi. Dal centro della rete si è acceso una sigaretta, dimostrando di come fosse intenzionato a perseguire il suo proposito. Intanto i pompieri, tre sull'autogru, uno sopra la rete e poi due, un altro arrampicato su uno dei ponteggi vicino, sono riusciti almeno ad agganciarlo, anche grazie ad alcuni sedativi che sono stati forniti dai soccorsi. 

Un'operazione complessa, che ha visto i nervi saldi anche della polizia locale e dei carabinieri accorsi sul posto. Decisivo, per far tornare Massimo vicino all'autoscala, è stato anche l'intervento di un passante in giacca e cravatta che ha indossato i 'panni' per qualche momento di un assessore: a quel punto il volo, non giù verso il gonfiabile che ha seguito i movimenti per tutta la sera con attenzione, ma sospeso nel vuoto e legato al vigile del fuoco. L'uomo, ancora vigile seppur più calmo, si è aggrappato con tutte le sue forze alla rete, quasi fosse l'unica sua possibile moneta di scambio, ma è stato portato a terra in sicurezza e poi portato all'ospedale Galliera. Ma la vera cura sarà prendersi in carico della sua situazione, con la speranza di offrirgli un po' di sollievo da una vita molto difficile.