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SANREMO - La sezione lavoro della Corte d'Appello di Genova ha annullato il provvedimento di licenziamento disciplinare nei confronti di Alberto Muraglia, l'ex vigile di Sanremo (Imperia) finito a processo a seguito dell'operazione Stachanov della Guardia di Finanza sul presunto assenteismo dei dipendenti del Comune di Sanremo. Oltre a dover "reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro", si legge nella sentenza, Palazzo Bellevue è stato condannato a corrispondere a Muraglia "a titolo di risarcimento del danno la retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento a quello dell'effettiva reintegra, dedotto quanto percepito per lo svolgimento di altre attività lavorative".

Si parla di circa 250mila euro, a cui dovranno essere sottratti gli importi guadagnati negli anni dall'ex vigile che aveva aperto un laboratorio come "tuttofare". Accusato di truffa e di infedele timbratura del cartellino, Alberto Muraglia era salito alla ribalta della cronaca perché immortalato dalle videocamere delle Fiamme Gialle mentre timbrava il cartellino in mutande. Anche nel procedimento penale, i giudici avevano dato ragione all'ex agente di polizia locale che era stato assolto con formula piena sia in primo grado che dalla corte di Appello di Genova. Nonostante le assoluzioni, però, il Comune di Sanremo aveva respinto la successiva richiesta di riapertura del procedimento disciplinare, confermando il licenziamento. Assistito dai propri legali, Muraglia ha impugnato il provvedimento e ora dovrà essere reintegrato e risarcito.

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GENOVA -"Pur avendo le immagini dei ladri in azione e conoscendo il loro nome nessuno gli ha ancora chiesto conto della mia Vespa".

Raffaella Zonza (nella foto a destra), abitante nel centro storico, non riesce ad accettare i paradossi e i tempi della giustizia. Non accetta che i due ladri autori del furto del suo storico Px in piazza Faralli, dai "giardini di plastica", pur ripresi dalle telecamere e identificati siano ancora liberi di agire.
Per questo la  donna, affranta, ha anche scritto una lettera, una sorta di appello, al questore di Genova D'Anna. "Aiutatemi a riavere la mia Vespa".

Paradossi, quelli vissuti in prima persona dalla donna, spesso dettati dai tempi lenti della giustizia, capita non di rado che la polizia individua un ladro seriale, ma l'ordine di custodia per fermarlo arriva con calma e i ladri nel frattempo continuano a rubare. E' successo anche per i ladri vandali che agivano in piena notte usando i tombini per spaccare le vetrine e portarsi via il fondo cassa.

Quello dei furti di Vespe e scooter (nelle immagini di archivio) è una piaga senza fine per la città capitale delle due ruote come Genova.
Gli scooter più rubati sono gli agili Honda Sh, seguiti dai Kymco, e poi ci sono le sempreverdi Vespe, soprattutto di cilindrata duecento ricercatissime nel mercato clandestino anche la grande richiesta del blocco motore. Molte le tecniche per rubare, a volte le moto vengono caricate su furgoni e inviate all'estero, altre volte si usano le maniere forti, come hanno fatto i due ladri identificati ma liberi di rubare che hanno rubato il Pc della signora Zonza. "Dalle immagini si vede che  hanno forzato il bloccasterzo con pezzi della ringhiera staccati dalle aiuole".

Le zone più tartassate dai ladri di moto sono Castelletto, da piazza Villa a via Accinelli, ai grandi parcheggi del centro città, da via Turati a piazza Dante e piazza Faralli, nei giardini di plastica dove hanno rubato il Pc della signora Zonza.
Va detto che che molti scooteristi agevolano i ladri non usando un antifurto, o peggio dimenticando le chiavi nel blocchetto dell'accensione (eventualità che succede molto più spesso di quanto si possa immaginare), ma c'è anche per proteggere il suo scooter nuovo nuovo di catene ne impiega due, come la ragazza che incontriamo in piazza Dante: "Il mio scooter è nuovo" si giustifica coccolando con lo sguardo il suo adorato motociclo.

GENOVA - Un bimbo di 18 mesi ha inghiottito alcune pasticche di un potente antidolorifico ed è stato trasferito d'urgenza all'ospedale Gaslini. I fatti si sono verificati in una abitazione di Donega, frazione di Neirone (Genova).

A dare l'allarme è stato un famigliare del piccolo che manifestava malessere. Sul posto sono intervenuti i militi della Croce Rossa e i medici inviati dal 118. I carabinieri sono in attesa del risultato degli accertamenti del pediatra.

GENOVA - Ancora una rapina per le strade della città. Questa volta la vittima è una signora di circa 70 anni, strattonata e scippata della borsa mentre rientrava a casa intorno alle 15.

L’anziana stava aprendo la porta del suo portone in via Magnaghi, alla Foce, insieme alla nipote quando un uomo si è avvicinato e le ha strappato dal braccio la borsa facendola cadere violentemente a terra. Il rapinatore è riuscito a fuggire.

Sul posto è intervenuto il 118 che ha trasportato la donna, che durante la caduta ha riportato una ferita alla testa, all’ospedale San Martino di Genova in codice giallo. Accorsi sul posto anche la polizia e i carabinieri, che ora stanno indagando sull’accaduto.

GENOVA - Sono stati fermati tre minorenni albanesi ritenuti responsabili della violenta rapina di uno studente fuori sede in centro città.

Nella notte tra martedì e mercoledì il ragazzo, un diciannovenne universitario originario della provincia di Gorizia, era stato violentemente aggredito a spintoni e pugni sul volto da tre adolescenti che prima gli chiedevano soldi e di fronte al rifiuto lo bloccavano ed aggredivano nel tentativo di sottrargli il portafoglio.

La vittima, che è riuscita a divincolarsi e fuggire, è stata medicata presso l'ospedale Galliera. A ricevere la denuncia, il mattino seguente, i carabinieri della Stazione di San Teodoro e Scali che avviavano immediatamente le indagini, rese più agevoli dal fatto che, pochi minuti dopo i fatti, tre minori albanesi ospitati presso una comunità del ponente erano stati identificati in atteggiamento sospetto da una pattuglia del Nucleo Radiomobile dei carabinieri di Genova, trovandoli in un orario e in una zona compatibile con la rapina.

I gravi indizi di reato venivano ulteriormente corroborati da una ricognizione fotografica dei tre minorenni, che venivano riconosciuti senza dubbio dalla vittima della violenta aggressione. Dopo approfonditi accertamenti, i minori venivano rintracciati presso la comunità che li ospitava ed accompagnati, dopo compiuta identificazione e fotosegnalamento, presso un’altra comunità di prima accoglienza della città.

Nel corso delle operazioni veniva perquisito anche il posto letto occupato dai minori, rinvenendo così nella disponibilità di uno di loro 50 grammi di marijuana destinati allo spaccio ed un bilancino di precisione. Indagini sono in corso per verificare eventualità responsabilità dei tre in altri simili episodi.