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di Luigi Leone

“Ho delle foto con lei, potrebbe essere la nostra candidata”. “Non ha alcuna esperienza, non può amministrare una città come Genova”. “Noi diciamo subito che il vicesindaco è Ilaria Cavo, perché lei non fa altrettanto e ci svela chi sarà il suo vice?”. Ci sono state molte circostanze nelle quali si è capito che Silvia Salisavrebbe vinto le elezioni comunali di Genova. E addirittura lo ha fatto al primo turno. Ma il momento nel quale personalmente ho capito che non ci sarebbe stata storia è quando Maurizio Gasparri, parlamentare di Forza Italia, se n’è uscito così: “Silvia Salis è soltanto una bella donna”!

Ecco, il centrodestra non aveva argomenti, si aggrappava a una questione estetica e di genere che di questi tempi o fa inorridire o copre di ridicolo chi la usa. O tutte e due le cose insieme. Nel florilegio di spiegazioni sull’esito del voto ho condiviso la lucidità del consigliere regionale Gianni Pastorino. “C’è stato un voto per Silvia Salis, e non dimentichiamo che il Pd come l’alleanza sarebbero potuti esplodere, però c’è stato anche un voto contro Marco Bucci e il suo sistema di potere”. Ho la netta sensazione che le cose stiano esattamente così.

Pietro Piciocchi, lo sconfitto, alla fine si è rivelato per il centrodestra un candidato sbagliato. Era il vice di Bucci, segnava una continuità che invece la coalizione che guidava la città avrebbe dovuto interrompere. A Genova non sempre la parola “discontinuità” ha portato fortuna, però in questo caso c’erano tutte le avvisaglie di un’ansia di cambiamento che non poteva e non doveva essere ignorata. Pecca certamente di negativismo la narrazione del centrosinistra, forse persino di ingenerosità. Tuttavia non v’è dubbio che la maggioranza dei genovesi (ha votato quasi il 52% degli aventi diritto, non abbastanza per dire che l’emorragia si è fermata, ma sufficienti per sostenere che forse il trend si è invertito) aspirasse ad un cambiamento.

Quel cambiamento non poteva impersonarlo certo Piciocchi e comunque appariva chiaro fin dalle regionali: Marco Bucci le ha vinte nonostante l’insuccesso a Genova (decisive sono state Imperia e Spezia), però quel dato già avrebbe dovuto far riflettere il centrodestra. Ma come, un sindaco, all’epoca ancora in carica, prende una scoppola del genere nella sua città e tutti suonano la grancassa, senza che nessuno si fermi a considerare la cosa? Come sempre le sconfitte sono figlie di nessuno, al contrario delle vittorie. Ma almeno in sede di analisi mi aspetto che dal centrodestra si levo qualche voce critica sulla scelte fatte. Anche a dispetto di ciò che si riteneva a Roma, visto che all’inizio della storia Piciocchi ha dovuto pure forzare un po’ la mano.

Il centrosinistra, dal canto suo, ha espresso una candidata credibile, perché tale era Silvia Salis, ma soprattutto nella circostanza ha saputo rimanere unito. E questo è stato un fattore. Salis ha rappresentato la novità, però una novità è stata che i Sanna, i Romeo, i Terrile, le Piccardo, tutti possibili e potenziali candidati sindaco, abbiano fatto buon viso sul serio. Pur essendo campioni di preferenze, anzi proprio per questo, si sono messi al servizio della candidata sindaca e i loro voti li hanno fatti riversare su di lei. Senza giocare al meno. Né loro, né gli altri componenti dell’alleanza. Per Silvia Salis, ovviamente, il difficile comincia adesso: dovrà prima di tutto fare la giunta comunale e poi amministrare i tanti problemi di Genova. Ricordi solo che la campagna elettorale è finita e quindi può adesso tranquillamente ammettere che comunque non parte da zero. Ciò che di bono è stato fatto va confermato, il resto va cambiato. Auguri sinceri.