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2 minuti e 39 secondi di lettura
di Luigi Leone

Fair play nella traduzione letterale, dall’inglese all’italiano, significa gioco corretto. Concettualmente nasce nello sport, ma in generale si applica a tutte le attività umane. Talché in diversi vocabolari si può trovare questa definizione: “Rispettare le regole e l’avversario, accettare e riconoscere i propri limiti, sapere che i risultati ottenuti sono correlati all’impegno profuso”.

Sono parole che si attagliano perfettamente pure alla politica e dunque non è per caso che l’editore Maurizio Rossi, il 26 maggio dalle ore 18, abbia invitato tutti in Terrazza Colombo, con questo biglietto-manifesto: “Terzo Tempo, nuovo sindaco/a o ballottaggio?”. Ci sono frasi significative di accompagnamento: “E’ un grande evento nel nostro roof top, nel nome di Genova. Come nel rugby, finita la partita elettorale, vincitori e vinti fanno festa insieme, per il bene della Superba e dei suoi cittadini”.

Come ex direttore, e oggi editorialista, ovviamente faccio il tifo per Primocanale. Prima di tutto, però, mi auguro che i principali aspiranti al più importante incarico di Palazzo Tursi, Pietro Piciocchi per il centrodestra e Silvia Salis per il centrosinistra (cito in rigoroso ordine alfabetico) si stringano la mano. Ovunque decidano di ritrovarsi. Anzi, prima di tutto decidendo di ritrovarsi. Una stretta di mano, un bicchiere, una tartina e qualche sorriso: è così difficile?

Nessuno sa come finirà. Tuttavia, al di là del mio sostegno per i luoghi di Primocanale, sarebbe davvero importante che Piciocchi e Salis mettessero da parte i motivi della loro disputa, quelli veri e i molti strumentali, e prendessero ad esempio i rugbisti: dopo essersele date di santa ragione, tutti insieme a fare un po’ di bisboccia. Se ci sarà un vincitore/vincitrice  si renderà il giusto omaggio e tuttavia non verrà dimenticato lo sforzo profuso dall’antagonista, mentre se servirà il ballottaggio gli sfidanti potranno e dovranno rimandare il loro confronto al giorno successivo. Magari avendo preso atto che la battaglia bisogna combatterla senza colpi bassi.

Il motivo lo spiega proprio Rossi: “Va sempre considerato che il bene supremo è quello dei genovesi”. Di per sé sarebbe persino una banalità. In realtà, le cose stanno diversamente. La politica, e l’editore di Primocanale ben la conosce avendola praticata direttamente e indirettamente, ci ha purtroppo abituati all’idea che ognuno pensa a stesso. Al massimo fa l’interesse del proprio orticello. Della comunità tutti si intestano le migliori intenzioni, poi bellamente se ne dimenticano.

E attenzione che le persone sanno accontentarsi. In tanti casi, anzi, vogliono accontentarsi. Può persino bastare la manutenzione ordinaria, anche se non sempre questa manutenzione è facile, come potrebbero testimoniare le passate amministrazioni, al di là del colore politico.

Ricordo che quando ero direttore a Primocanale tenevo una rubrica con l’allora sindaco Marco Doria, il quale settimanalmente rispondeva ai genovesi. Ebbene, la grandissima parte delle domande verteva sulle piccole grandi questioni di ogni giorno. Non era casuale, non è casuale. E ho imparato, nella ahimè lunga esperienza umana e professionale, che tanto più è importante una cosa, tanto più c’è bisogno di tutti. Appunto, serve un terzo tempo. I politici se ne mostrino capaci.

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