I cinque morti nella tragedia del deposito Eni di Calenzano alle porte di Firenze ha riacceso a Genova l'incubo dei depositi chimici di Multedo. Gli abitanti della zona aspettano da almeno trent'anni di essere "liberati" da quelle potenziali bombe attaccate alle finestre tra via Reggio e il casello autostradale. E il ricordo non può non andare alla tragedia alla Carmagnani del 15 maggio 1987 quando, nell'incendio di due cisterne, persero la vita quattro operai con un intero quartiere assediato da fumo e fiamme altissime.
Quando i depositi di Multedo dopo la seconda guerra mondiale hanno iniziato ad entrare in funzione nelle vicinanze non c'era praticamente nulla. Nel tempo sono stati costruiti palazzi e oggi indubbiamente non è pensabile possano convivere due realtà così diverse.
Siamo tutti d'accordo. I depositi non possono più stare lì e dovrebbero essere spostati al più presto, il problema è dove. L'ex sindaco Bucci ha optato per la soluzione di Sampierdarena che ovviamente ha trovato e sta trovando ostacoli di ogni tipo."Nella zona del porto esistono già vari depositi di prodotti industriali, che risultano ben visibili dai balconi di alcuni condomini. Quello che serve è una riqualificazione, di certo non un altro polo chimico" è il pensiero comune dei tanti comitati che sono sorti in questi anni.
Il consiglio di Stato ha rinviato il mese scorso l‘udienza relativa al ricorso, vinto al Tar, contro lo spostamento a ponte Somalia dei depositi chimici costieri e quindi per ora è tutto fermo. Gli abitanti di Multedo aspettano, quelli di Sampierdarena invece non hanno fretta perché sperano che alla fine non sia quella la nuova destinazione.
Su una cosa Bucci ha però assolutamente ragione e cioè quando dice che nessuno in questi anni gli abbia mai proposto una seria alternativa. Parole, critiche, contestazioni ma per ora sul tavolo non è mai arrivato un progetto serio differente. Se qualcuno lo avesse sarebbe il caso lo tirasse fuori oggi perché domani potrebbe essere già troppo tardi.
IL COMMENTO
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