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di Franco Manzitti

 

Chissà se rivolgendosi ai suoi impiegati il nuovo capo di gabinetto del nuovo presidente della Regione, Contrammiraglio Massimiliano Nannini, si lascia scappare qualche richiamo militare, del tipo dietro front o avanti march o, trattandosi di Marina, qualche altro tipo di ordine formale.
Ce lo siamo chiesti davanti alle notizie che filtrano inesorabilmente dai corridoi della Regione, dove il nuovo corso è evidentemente sotto particolare osservazione. Il fatto che il successore del chiacchieratissimo e indagatissimo (inchieste su di lui di due Procure) Matteo Cozzani, l'uomo-miccia della maxi inchiesta esplosa il 7 maggio scorso, sia un alto grado della Marina Militare e che si sia presentato in ufficio, almeno in qualcuna delle prime occasione nell'impeccabile divisa del suo ruolo militare, aumenta la curiosità e magari alimenta anche qualche esagerazione, se non qualche invenzione.
Ma, scherzi a parte e ordine con il fischietto o sbattere di tacchi a parte, questa storia “militare”, che improvvisamente “colora” le nostre istituzioni è davvero una singolare coincidenza.

Non c'è solo il Contrammiraglio Nannini, che è sceso in campo (per carità non di battaglia, ma di lavoro). In porto, e cioè a Palazzo san Giorgio, uno dei due commissari, che sostituiscono il presidente non più nominato dal giorno in cui Paolo Emilio Signorini lasciò in anticipo la poltrona per accomodarsi molto brevemente, ahimè per lui, su quella così importante e redditizia, anche qui molto brevemente ahimè per lui, di Iren è un altro Contrammiraglio, Massimo Seno, cui tocca uno dei compiti più difficili che ci sono a Genova oggi, insieme all'altro commissario, un illustre e molto stimato docente universitario di diritto, Roberto Benedetti. Chiariamolo subito che in questo caso si tratta di un civile.

Ma non ci fermiamo qua, ai due importanti palazzi chiave del potere di De Ferrari, via Fieschi e di palazzo san Giorgio. C'è un altro personaggio in divisa che svolge un ruolo delicato e importante e anche in questo caso è la sempre affascinante divisa della Marina Militare.
Si tratta dell'ammiraglio Piero Pelizzari, direttore Marittimo di Genova, il responsabile, per dirla molto semplicemente della nostra area sul mare. Un ruolo che è sempre delicato e importante, ma che ora ha assunto ancora più peso per le grandi opere pubbliche che riguardano la nostra area portuale in generale. Alludiamo alla costruzione della nuova diga foranea e a quella del tunnel subportuale, due grandi operazioni in corso, sulle quali tutti scommettiamo e che investono anche massicciamente tutta l'area del porto e i confini tra le banchine e la città.

Cosicchè quel ruolo, che gli ufficiali della Marina hanno sempre ricoperto con grande responsabilità e con con compiti molti impegnativi, si “rinforza” ancora, aumentando l'impegno e ovviamente la responsabilità.
Basta affacciarsi al di là delle nostre banchine per osservare l'indefesso andarivieni delle navi che costruiscono la diga e concentrarsi sulle manovre a terra dei terminal e delle calate per misurare quale grande lavoro coinvolga tanti ambiti e tanto territorio.
Questo aumento delle responsabilità militari è sicuramente una coincidenza per molti aspetti casuale, dovuta a esigenze molto diverse tra loro, ma anche coincidenti, concentrandosi in qualche modo intorno alle più importanti stanze del potere della città. Lasciamo stare il Contrammiraglio capo gabinetto in Regione, la cui scelta è una decisione del presidente che ha tutto il diritto di indicare bene le persone chiamate a lavorare a stretto contatto con lui.

In questo caso si tratta non solo di un alto grado della Marina, ma di un amico di barca di Bucci. E di chi ti puoi fidare meglio che di chi conosci perché ci navighi insieme, avendo instaurato un rapporto di fiducia unico: quello, tanto per giocare un po' con le parole, di chi si trova nella stessa barca?
E francamente ci sentiamo anche noi molto più rassicurati oggi con il Contrammiraglio Nannini che prima con quel Cozzani.
La nomina del commissario a palazzo san Giorgio ha nella sua radice ragioni di vera urgenza, davanti al vuoto creato dalla partenza di Signorini, che lasciava scoperto il ruolo chiave di palazzo san Giorgio in un momento molto delicato e poi aggravato dall'inchiesta giudiziaria che sul porto ha scatenato più di una tempesta, un vero ciclone,
E allora quale migliore fortuna che avere un Controammiraglio in quel posto e in quella responsabilità!

Di questioni delicate, oltre a quelle generate dall'inchiesta sulle concessioni portuali, se ne sono subito accumulate altre: basta pensare all'emergenza aeroporto e al problema dell'aumento di captale della scorsa estate. Una vicenda nella quale la posizione del socio Autorità di Sistema Portuale era più che delicata.
Ma questa sfilata di divise, per quanto eleganti e prestigiose, per quello che rappresentano, a noi vecchi osservatori e cronisti qualche brivido, comunque, lo provoca, al di là delle persone e delle emergenze.
E non solo perchè l'irrompere sulla scena politica del generale Vannacci, con il suo ruolo nella Lega, con i suoi 500 mila voti europei, con il suo best seller, non ci pare un segnale tranquillizzante. Per il contesto che lo circonda.

Ricordiamo sempre, noi vecchi cronisti, in ben altro contesto, un precedente illustre, anche se assolutamente imparagonabile con il caso Vannacci, quello degli anni del terrorismo.
Allora davanti all'emergenza martellante che insanguinava anche le strade di Genova il governo decise di nominare come prefetto un militare e qui giunse il generale Palombi, che fu impeccabile nello svolgere il suo ruolo, sia per coordinare gli sforzi contro la piaga terroristica sia nell'attività tradizionale della Prefettura.
Era stato un segno di quei tempi difficili, che abbiamo superato, che gli anticorpi della nostra democrazia hanno sopportato.
Le divise di oggi sono anche diverse e non solo perché sono della Marina, ma perché corrispondono non a emergenze di quel tragico tipo, ma a compiti necessari, previsti e anzi accolti con rispetto. Magari senza sbattere i tacchi, come forse può venire istintivo a qualche impiegato in Regione o a Palazzo san Giorgio.

Ma forse abbiamo esagerato. Dietro front!!

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