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"E ora ci colleghiamo con Alassio", così il collega Luca Russo, che quella mattina di due anni fa era in diretta su Primocanale, lanciò il primo di una lunghissima serie di collegamenti dall'hotel Bel Sit, dove fu isolato il gruppo vacanze con all'interno la prima positiva al Covid, una turista lombarda. Racconta Luca: "La collega si trovava lì di fronte ad un hotel blindato, con gente che salutava dal balcone, con persone avvolte in una tuta bianca. Sembrava uno di quei set cinematografici che negli ultimi anni la Liguria ospita. Avremmo forse voluto tutti che lo fosse".

La sensazione di trovarsi in una situazione 'che non ci riguardava' era uno dei sentimenti più forti di tutti noi giornalisti liguri impegnati a raccontare quello che era solo un inizio: il covid riguardava altri, era un attacco esterno.

Dall'archivio storico di Primocanale, 2020: il primo caso di Covid in Liguria

Maurizio Michieli ricorda "Il clima di attesa, quando in redazione ci domandavamo: "Quando e dove il primo caso in Liguria", perché sapevamo che era questione di giorni, forse di ore. Ricordo Alessandra Boero che in diretta consentì ad un anziano di festeggiare il compleanno dal balcone con una torta recapitata con una corda. Di certo, però, non eravamo ancora del tutto consapevoli di trovarci dentro un incubo così lungo".

Il ricordo è vivo anche per Enrico Cirone che racconta, due anni dopo: "Il 25 febbraio del 2020 era un lunedì. Per il nostro programma del mattino “Al servizio del pubblico” era normale fare un primo giro di collegamenti con le province. Ma quando arrivammo davanti all’Hotel Bel Sit di Alassio si capì che qualcosa stava succedendo. Qualcosa di particolare. Tra le nostre telecamere e l’hotel ecco separarci transenne e nastri a bande biancorosse. “Alle mie spalle...” è un classico del giornalismo in diretta e, in effetti, davanti all’hotel Bel Sit si alternarono da quel giorno e per settimane le colleghe Alessandra Boero e Linda Miante che esordivano inevitabilmente con quel classico incipit".

E proprio Alessandra Boero racconta quei giorni di diretta: "Era tutto strano, non sapevamo a cosa si stava andando incontro. C'era più attenzione alle persone segregate in albergo più che sul virus di per sé. C'era curiosità, l'albergo era visto come culla di notizie ma sinceramente il covid era l'ultima cosa che mi preoccupava. Prima del virus c'era la notizia. Il clima era surreale, le tute... La gente era impreparata".

E poi la storia di Gennaro, 80 anni compiuti al Bel Sit: "Abbiamo preparato la torta, con gli auguri in diretta, Gennaro esce dalla finestra e gli si fa arrivare la torta, così abbiamo festeggiato i suoi 80 anni", ricorda Alessandra.

Anche Linda Miante era lì, ogni giorno, insieme ai colleghi: "Ripenso spesso a quelle serate trascorse davanti all'hotel Bel Sit di Alassio, su quella passeggiata che pensavo di conoscere ma che tutto d'un tratto è diventata lontana, ostica, diffidente. Davamo aggiornamenti, prendevamo le testimonianze prima di chi si trovava in vacanza, poi di chi varcava la soglia dell'hotel per aiutare quelle stesse persone. Ma in realtà attendevamo rassicurazioni. Ripenso alla pizzeria in cui trovammo rifugio dal freddo della diretta, i volti preoccupati dei proprietari. La verità è che non sapevamo nulla di questo maledetto virus. Ripensare a quella leggerezza collettiva, soprattutto da parte di chi avrebbe potuto e dovuto dire le cose come stavano, mette i brividi".

"Come tutti eravamo pieni di dubbi, di incertezze, cercavamo di capire quali fossero le fonti più attendibili: chi diceva che era poco più di una influenza, chi paventava scenari drammatici. Nella consapevolezza di essere comunque in emergenza, avevamo tutte le troupe dislocate nelle province liguri per sondare gli umori, le paure della gente", racconta l'ex direttore responsabile di Primocanale Andrea Scuderi. "Poche ore dopo altro caso nello spezzino: il leader di un gruppo musicale di liscio che aveva suonato poco tempo prima a Codogno, residente a Pignone, era stato contagiato. Era l’inizio dell’emergenza", ricorda Scuderi.

Alla Spezia c'era Emanuela Cavallo: "Giorgio Zembo venne ricoverato il 25 febbraio 2022, a pochi giorni dall'ufficializzazione del focolaio di Codogno. Proprio nella città lombarda il 16 novembre si era esibito con il proprio gruppo musicale, l’orchestra Ikebana. Era sera quando arrivammo all’ospedale Sant’Andrea di fronte al reparto degli infettivi dove Zembo era ricoverato per fare i primi collegamenti in diretta in un silenzio di grandissima tensione. Identificata l’origine del contagio scattarono le prime quarantene: insieme all’orchestra Ikebana a Codogno per festeggiare il carnevale erano stati invitati anche gli sbandieratori di Levanto, 36 ragazzi e 8 accompagnatori. Nei giorni successivi a Pignone - dove Zembo viveva - e Levanto le nostre dirette mostravano strade deserte e silenziose, il preludio di ciò che dopo meno due settimane divenne l’intera Italia".

Silvia Isola con Matteo Cantile aggiornava ogni sera in diretta sul covid, da quella sera in poi. Me lo racconta Silvia: "Ogni sera in diretta io e Matteo Cantile facevamo il punto sulla pandemia, affidandoci al parere degli esperti, cercando di fare informazione chiara e senza disseminare il panico. Ricordo che mia madre aveva già fatto incetta di Amuchina e mascherine e già mi faceva viaggiare sul sedile posteriore. Le immagini in arrivo da Savona e dall'hotel Bel Sit mi fecero subito venire in mente un film di fantascienza - come un po' a tutti - con quegli operatori tutti bardati di bianco che oggi non ci stupiscono più".

Elisabetta Biancalani quel giorno era a Santa Margherita con il sindaco nella piazza di fronte al Comune per fare un servizio sui timori legati al Covid: "A un certo momento, ricordo persino il punto esatto della piazza in cui mi trovavo, tanto è forte il ricordo nonostante la memoria di solito faccia cilecca, è arrivata nella nostra chat la notizia che tutti eravamo certi, prima o poi, sarebbe arrivata in Liguria, c'era solo da domandarsi da quale città sarebbe partito tutto, dove "avrebbe picchiato". Poi vedo un flash di me e Mario Alberton, poco dopo, mentre siamo all'ingresso del giardino di Villa Tigullio a Rapallo che attendiamo notizie sul proseguo della diretta della trasmissione di pranzo che, era stato deciso, non si sarebbe dovuta interrompere, ma proseguire fino a sera tarda".

Quel 25 febbraio 2020 fu l'inizio di un racconto, che potete rivivere nel nostro archivio storico, e che ancora continuiamo a narrare e scrivere, giorno dopo giorno. Nella speranza di aprire presto una nuova pagina e raccontare un'altra storia.

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