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GENOVA - Il 27 febbraio, Sampdoria-Cremonese (1-2, grigiorossi in vantaggio subito, poi agguantati da Ghilardi e definitivamente avanti a metà ripresa, supportati da un’eccellente prestazione sul piano del gioco) sembrava rappresentare uno spartiacque: 2 punti dalla zona playout e 5 da quella playoff a 11 giornate dalla fine. Meglio pensare a salvarsi senza affanni, ai sogni ci si ripenserà in futuro. La Sampdoria, con quello scivolone in casa pareva aver messo il sigillo a due mesi di montagne russe, dal 2-3 casalingo contro la FeralpiSalò dell’antivigilia di Natale, passando per pochi acuti (vittorie esterne con Cittadella e Cosenza), molte incertezze, un rendimento casalingo negativo, il tutto contrappuntato da una crisi di organico acuta, dettata da incidenti e ricadute.

Sampdoria-Cremonese, in effetti, ha messo un sigillo. Ha chiuso un lungo ciclo di poche gioie e tante delusioni che seguiva il brillante filotto autunnale (19 punti in 9 gare) bruscamente interrotto appunto all’antivigilia di Natale. Dopo la sconfitta con la Cremonese, invece, la Sampdoria ha ottenuto quattro vittorie in altrettante partite, ha messo in banca 12 punti, pare essere salita su uno di quegli ascensori superveloci da grattacieli, che l’hanno proiettata, meritatamente, dalla quindicesima alla settima posizione.

Questo mini ciclo dorato ha un protagonista che è diventato un simbolo, l’uomo copertinaManuel De Luca – e una spiegazione tecnica. De Luca, tanto lavoro per la squadra ma appena due gol e molte critiche fino alla 25° giornata, ha finalmente raccolto dalla sfida con il Cosenza in poi, 7 gol in sei partite, una doppietta e una tripletta. Liberato, forte e consapevole, in fiducia e in condizione. La Sampdoria ha cominciato a recuperare giocatori preziosi – uno su tutti, Borini, leader e trascinatore in campo, anche se finora non a pieno servizio. La verità è molto semplice: i ragazzini di talento un po’ spauriti di inizio stagione sono diventati titolari consapevoli e con esperienza anche in Nazionale (da Stankovic e Ghilardi, via andare).E quando una squadra di serie B, può mandare in campo dalla panchina, come è successo contro la Ternana, Borini, Piccini, Alvarez e lo Stojanovic ispirato di lunedì sera, la differenza si sente, eccome. "Iniziamo a capire cosa significa giocare questo campionato", ha spiegato Pirlo, e ha aggiunto: «La squadra è più matura, non perde la testa Nelle difficoltà. I cambi hanno fatto la differenza, purtroppo a inizio campionato eravamo sempre corti». E, ovviamente, ai box (ma il primo finalmente convocato e in panchina) ci sono altri due, Pedrola e Esposiito, che possono essere fondamentali nel finale di stagione.

Riflessione: chi ha costruito questa squadra con molti prestiti ma anche occasioni interessantissime di acquisizioni in corsa (da Kasami a Leoni, agli stessi Pedrola ed Esposito) – Mancini junior ma anche, almeno inizialmente, Legrottaglie – ha lavorato bene, soprattutto nel mercato invernale, nelle oggettive e indiscutibili difficoltà. La società, si sa, ha programmato un piano A e un piano B. Ma oggi la Sampdoria è in grado di rappresentare l’outsider più scomoda per tutti nei playoff. Lo dice la realtà dei fatti. E vale la pensa di toccare ferro, visto che le sfortune non sono mancate. Sabato a Palermo ci si gioca un altro pezzo di futuro, di questa scomoda, difficile, affascinante ricorsa.