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Fra i “sognatori” al Porto Antico c’era anche lui: Andrea Pirlo, uno che, da calciatore, non ha mai fatto concessioni al velleitarismo ma ha proposto calcio di lucida genialità e da allenatore ha saputo adattare in corsa le sue idee alla situazione contingente sampdoriana. Sua analisi asciutta: «Sognare si può, non costa a nessuno, è gratis. Ma bisogna essere realisti, pensare al momento. Andiamo avanti partita per partita, siamo migliorati ma ora è il momento di accelerare. A dicembre o febbraio-marzo vedremo dove siamo e cosa fare».

Nelle ultime cinque partite di campionato la Sampdoria ha raccolto dieci punti (tre vittorie e un pareggio), ha cambiato marcia e atteggiamento, ha ridotto i rischi a aumentato la concretezza, ha trovato un assetto base – quella che una volta si chiamava formazione tipo – che subisce piccole correzioni contingenti di volta in volta e un assetto (non più un tridente puro, ma due elementi offensivi alle spalle di una punta unica) che dà più equilibrio ed efficacia. In più sono migliorate le prestazione individuali: dal rendimento di Kasami e Vieira alla crescita di Yepes, all’efficacia offensiva di Esposito, cui ha giovato, a Modena, la presenza di De Luca: l’uno fa bene all’altro.

A tutto ciò si deve aggiungere il recupero prossimo di giocatori di caratura, che verosimilmente rientreranno gradualmente ma che, per la categoria, sono pedine fondamentali. Parliamo di Pedrola e Benedetti, ma anche di Murru, cresciuto molto prima dell’infortunio. E a questi aggiungiamo, almeno è un auspicio, Andrea Conti, che – se finalmente riuscirà ad avere un po’ di tregua dagli infortuni – è certamente giocatore di categoria superiore.

Insomma, se sognare è gratis, bisogna ricordarsi di essere realisti. Non lo dice solo Andrea Pirlo, ma anche una vecchia bandiera blucerchiata come Domenico Arnuzzo che, dalle telecamere di Primocanale non si stanca di battere lo stesso tasto: «Prima pensiamo ad allontanarci dalla zona pericolo e metterci in posizione tranquilla, poi eventualmente…

Dunque, richiamo al realismo e a zavorrare i sogni. Ma il calendario regala una grossa opportunità, da qui alla fine del girone d’andata, che si concluderà con due serate pre e post natalizie, il 23 e il 26 dicembre a Marassi contro Feralpisalò e Bari, dopo essere passati per Spezia in casa, Brescia sul suo campo, Lecco al Ferraris e ancora Reggiana in trasferta. Insomma, due mini blocchi da tre partite, ciascuno con due gare casalinghe e una fuori: totale facile facile, 4 in casa e due fuori fino a Santo Stefano e alla sosta per festività. Occasione ghiotta, ribadendo che la Sampdoria è cresciuta in concretezza e consapevolezza, ma deve completare un percorso di continuità. Ecco, questa serie di sei partite potrà dare – come ha sottolineato Pirlo – risposte importati. Se la Sampdoria saprà confermarsi, e occhio al primo ostacolo Spezia, che ha nuova panchina e voglia di riscatto, mantenendo la stessa media di 2 punti a partita, significherebbe arrivare al giro di boa con 27 punti fatti e 25 in classifica (i due punti di penalizzazione…). Ritmo da ingresso nei playoff. Ma qui si rischia di finire a sognare, dunque meglio cambiare discorso.

Cominciando da un omaggio a Fabio Quagliarella che ha ammesso, non senza rammarico, che ormai le scarpette sono appese al maledetto chiodo. Scelta con una logica e una coerenza legata a un progetto di rinnovamento, quella di rinunciare al Capitano. Ma, col senno di poi, visto il non facile ambientamento della Sampdoria rinnovata, la presenza del numero 27 sarebbe stato probabilmente d’aiuto per una squadra ad ampia base millennials.

La società attende la svolta – closing e insediamento di Matteo Manfredi a presidente. Ecco, qui ci sta una riflessione proprio legata alla vicenda Quagliarella: in società c’è una risorsa di indubbia serietà, voglia di fare e sampdorianità. Si chiama Marco Lanna: perderla sarebbe un delitto.