Il cardinale Giuseppe Siri muore nella villa Campostano di Albaro il 2 maggio del 1989 a 83 anni. Ha “regnato” sull’arcidiocesi di Genova dal 1946 al 1987. Arcivescovo giovanissimo a 38 anni, cardinale nel 1953, a 47 anni. Figlio del popolo, ma aristocratico di presenza, è stato raccontato superficialmente, solo come un bieco conservatore e un feroce anticomunista. Leggendo meglio la sua vita e i suoi scritti, riascoltando le omelie e le sue prese di posizione soprattutto quando resse da presidente la Conferenza dei vescovi italiani, appare un Siri molto diverso. Più aperturista se non altro al dialogo anche se fermissimo sulle sue posizioni.
Fautore prima di tutti di una Ostpolitik che lo portò a dialogare con l’entourage di Krusciov, scelto dalla diplomazia del Cremlino all’epoca di papa Pacelli per aprire ufficiali rapporti tra Urss e Vaticano, mise in guardia il Papa dal decretum sulla scomunica ai comunisti. “In quel momento fu un atto opportuno perché salvò l’Italia dal comunismo. Però in linea generale questo provvedimento, per forza di cose dovette essere dimenticato. Io stesso a un certo punto, esternai qualche dubbio al Pontefice: Guardì Santità – gli dissi – io di comunisti veri non ne conosco. Quelli che conosco sono iscritti al partito, sono facinorosi, è gente che se potesse ci impiccherebbe, forse, ma il “Capitale” non sanno neanche cosa sia. “.
Lo raccontò ai giornalisti Lucio Brunelli e Tommaso Ricci in una intervista che fu pubblicata il 3 marzo del 1988 dalla rivista “30 giorni”. E in quell’occasione rivelò un segreto clamoroso: “Lo sa con chi aveva preso l’ultimo appuntamento Palmiro Togliatti, allora segretario del Pci, prima di morire? Con me, ma poi dovette partire per la Russia e tornò in Italia dentro una bara: Nessuno mi toglie dalla testa che in me cercava il prete e non solo il rappresentante di una istituzione”.
Era la primavera del 1964. Togliatti nell’estate morì improvvisamente a Yalta. Moro aveva varato il primo centrosinistra organico, cioè con la partecipazione dei socialisti di Nenni il 4 dicembre 1963. Siri era contrarissimo e aveva scritto lettere di fuoco anche al leader Dc.
Intanto Palmiro Togliatti il 20 marzo del 1963 aveva tenuto a Bergamo, città di papa Giovanni XXIII il memorabile discorso sul “Destino dell’uomo” con un’ importante apertura al mondo cattolico. Discorso strategico, di prospettiva e di dialogo e pochi giorni dopo papa Roncalli firmava l’enciclica Pacem in terris. Insomma molte cose si stavano muovendo in una direzione che poteva davvero far ipotizzare un significativo incontro tra due “genovesi” (Togliatti nacque nel 1893 in via all’Albergo dei Poveri”). Chissà che cosa si sarebbero detti Siri e Togliatti? E dove si sarebbero incontrati. A Roma? O a Genova?
Di questo e di altro parleremo nella ottava puntata di “Addio ‘900” che sarà trasmessa da Primocanale giovedì prossimo alle 18.30 con suggestive immagini dalla magnifica chiesa dei Santi Cosma e Damiano nel centro storico di Genova.
Domani invece la settima puntata, dedicata alle Colombiane e soprattutto alla fine dei vecchi partiti, quando il Pci cambiò nome e la Dc si esaurì, tutti travolti da Tangentopoli che colpì anche la nostra città con l’arresto del sindaco Burlando per la vicenda del sottopasso di Caricamento. Burlando che si dimise e poi fu completamente prosciolto da tutte le accuse, per non aver commesso il fatto. Tanto che la Corte d’Appello stabilì un risarcimento per l’ingiusta detenzione. Un colossale errore giudiziario.
Dopo Burlando diventerà sindaco il magistrato Adriano Sansa e dopo Sansa con l’Ulivo appena formato toccherà a Beppe Pericu governare la città.
Dall’Archivio storico di Primocanale vi faremo vedere il commiato di Siri, in piazza della Vittoria davanti a papa Giovanni Paolo II, e i protagonisti delle Colombiane, di quel 1992 che segnò la trasformazione di Genova con la creazione del Porto Antico disegnato da Renzo Piano.
Tutto sarà disponibile on demand sul sito www.primocanale.it.
IL COMMENTO
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