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Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d'Italia, va persino oltre le più rosee previsioni. Giuseppe Conte, gran capo del Movimento 5 Stelle, riesce in qualche modo ad arginare la perdita grazie ad una impronosticata rimonta finale. Per motivi se vogliamo opposti, gli unici veri vincitori delle elezioni sono loro.

Poi ci sono il crollo della Lega e del Partito democratico e la notizia che i moderati sono ancora incarnati da Forza Italia, perché gli italiani di questa parte faticano a riconoscersi nel suo Calenda-Renzi.

Quanto alla Liguria, il governatore Giovanni Toti non sfonda: Noi Moderati non raggiunge la famosa soglia del 3 per cento necessaria ad eleggere dei parlamentari e neppure a livello locale ottiene un risultato sopra le righe. Ma non è una sorpresa, perché l'equazione buon amministratore uguale leader di caratura nazionale non è quasi mai passata in questo Paese.

Non c'è dubbio, tuttavia, che il vero fatto nuovo sia Meloni. Significative le sue prime parole, sobrie e tutte improntate a una prudenza apparsa genuina. Va oltre, la leader di Fratelli d'Italia e si lancia in un appello alla "coesione nazionale" che non significa apertura a inciuci governativi, ma chiede un riconoscimento delle cose ben fatte e un aiuto su quelle da fare, che lei per prima non ha negato, pur rimanendo saldamente ancorata all'opposizione.

Ha la percezione, Giorgia Meloni, della gravosità e gravità dell'impegno che l'attende, con una crisi economica che proprio a partire da ottobre morderà ancor più il Paese. Personalmente credo che si debba avere fiducia in questa giovane donna e che il presidente Mattarella non si esimerà dall'affidarle l'incarico di formare il governo.

Del resto, per l'Italia e per la Destra l'occasione è storica: dimostrare che in un Paese fondatore dell'Ue sia possibile una soluzione politica com'è uscita dalle urne senza che debba avvenire nulla di sconvolgente. Sarebbe un passo enorme verso una "normalità" fino ad oggi messa in discussione.

Certo, gli argomenti scelti da Enrico Letta per fermare il centrodestra, anzi la Destra, si sono rivelati sbagliati e insufficienti, come non pochi temevano e gli avevano segnalato. Rimanere sotto la soglia psicologica del 20 per cento significa che il Pd dovrà fare i conti con l'esigenza di una nuova leadership e con una politica che davvero sappia parlare ai cittadini. Il Pd dice di volerlo fare da anni, ma poi pratica uno snobismo che lo allontana dalla gente.

Un esempio si è avuto proprio in Liguria: ma come si fa a dire che il leghista Edoardo Rixi non sarebbe un utile ministro delle Infrastrutture, avendo sotto mano le cose che ha fatto da quando è a Roma? Non è che le persone sono sceme. I liguri sanno bene che un loro corregionale a un simile dicastero sarebbe utile a prescindere dal suo colore politico. Ma date le nostre ridotte dimensioni, il ragionamento vale in generale e difatti è avvenuto a proposito di Andrea Orlando, esponente del Pd e titolare del Lavoro. Io sto con il nostro editore, Maurizio Rossi, secondo il quale i parlamentari liguri dovrebbero fare "lobby" di fronte a certi argomenti epocali e decisivi per la crescita di Genova e della Liguria.

Un crescita alla quale anche la Lega dovrà partecipare, pur dopo la scoppola rimediata nelle urne. Un po' si sapeva che il Carroccio stava in difficoltà, ma nessuno immaginava che la crisi fosse di questa portata. Per Matteo Salvini si aprono giornate difficili e al momento rimane complicato immaginare se riuscirà semplicemente a non farsi disarcionare. L'eventualità non è così remota.

Saldissimo, invece, è il ruolo di Giuseppe Conte. I Cinque Stelle hanno perso oltre la metà dei consensi, tuttavia sono riusciti ad arginare la sconfitta rispetto alle attese e quindi bisogna annoverarli fra i vincitori. Gli si fa quasi una colpa di aver preso molti voti al Sud, dove maggiore è l'incidenza del reddito di cittadinanza. Se proviamo a guardare l'altra metà del bicchiere, può essere che Conte abbia cominciato a risalire proprio quando si è messo a difendere un provvedimento che le persone ritengono giusto.

Di questi tempi, infatti, gli italiani votano avendo molta attenzione ai propri interessi di bottega. Chi dice di tutelarli vince. Per questa ragione Giorgia Meloni aspira concretamente a diventare la prima donna premier in Italia. Ora tocca a lei non deludere le aspettative.

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