Era il giugno del 2007, qualcosa in più di 15 anni fa quando il Genoa tornò in serie A dopo anni di indicibili sofferenze. I rossoblù uscirono finalmente dall’inferno della B grazie soprattutto alla scelta di Preziosi di un allenatore che aveva appena vinto col Crotone, Giampiero Gasperini.
I rossoblù arrivarono terzi dopo Juve e Napoli ma misero un solco di 10 punti sulla quarta e addio drammatico playoff. Era una B durissima appunto con la Juve retrocessa per calciopoli, col Napoli e con tanti club ambizioni come il Bologna e altri. Inizialmente quel Genoa non aveva grandi giocatori. Il portiere era Barasso, poi si scoprì Rubinho, il bomber era Greco dopo una notte d’estate con gol alla Fiorentina in Coppa Italia. Ma giocava quella squadra, giocava proprio bene.
Il valore aggiunto fu proprio il Gasp, anche se poi Leon e Di Vaio diedero impulsò, ma in fondo segnarono gol decisivi pure Gasparetto e Coppola o De Rosa. Lo spartito con Milanetto era noto e la musica ammaliava tutti. Pressing, corsa, niente paura di giocarsela uno contro uno.
Il Genoa di oggi parte con più favori rispetto a quel Grifone. Blessin ha più pressioni di allora ma le analogie ci sono. Il tedesco lo sa perché è tecnico intelligente e lo ha messo in conto, con i suoi ragazzi. Genoa favorito. Può essere un fastidio ma se lo accetti diventa un vantaggio. E poi la gente ha capito di dover scendere al fianco di questa squadra, come allora.
Stavolta si arriva a 20000 abbonati, roba commovente che fa inorgoglire una piazza fin troppo strapazzata senza motivi. Giocare in casa con questo pubblico è un’assicurazione sulla vita. Al Ferraris Blessin dovrà costruire la sua stagione dopo che la salvezza è stata buttata via proprio lì. Servono 20 vittorie e un po’ di pareggi e devono uscire soprattutto da Marassi.
Intanto si comincia da Venezia. Badelj e compagni, dopo il successo sul Benevento, sanno che dare continuità subito a gioco e punti sarebbe una carica di “Gerovital”. Blessin come il Gasp. Anche adesso come nel 2006-2007 il gruppo era un cantiere tra arrivi e partenze. Ci sarà Aramu altri faranno la valigia. Il Genoa resterà la squadra da battere e da abbattere come a caccia.
Non ci sono Juve e Napoli, ma è un torneo tosto con tante pretendenti provinciali, vedi Modena e Como, ma con pure società che sono espressioni di grandi città come Bari e Palermo. Si comincia a fare sul serio e il Genoa c’è con i suoi rebus ancora da sciogliere ma con tanta voglia di stupire e con un bomber come Coda che sin dai giorni di ritiro in Austria non ha temuto di caricarsi sulle spalle il Genoa cfc 1893.
IL COMMENTO
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