"Non nasciamo contro il centrodestra, ma per bilanciarlo". Sono parole che il governatore ligure Giovanni Toti pronuncia in una intervista al Corriere della Sera, nella quale conferma i contatti con Matteo Renzi e la volontà di costruire un Centro che rimetta insieme tutti i pezzi sparsi qua e là nel panorama politico italiano.
L'obiettivo, dunque, è "bilanciare" il centrodestra. Meglio, "questo" centrodestra. Una esigenza fattasi urgenza, perché su tutto vale un quesito: ma che c'entra uno con la storia di Toti con la Lega di Matteo Salvini oppure con i Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni? Lui non lo ammetterà mai, almeno fino a quando il sostegno di quei due partiti sarà indispensabile alla sua amministrazione regionale (o alla giunta comunale di Genova guidata da Marco Bucci), ma Toti non c'entra proprio niente con il populismo, il sovranismo e tutti gli "ismi" di tal fatta.
Chi politicamente lo osteggia indicherà molte ragioni per sostenere le proprie tesi, ma se si affidasse ad accuse di tal genere saprebbe di poter essere subito sbugiardato. Difatti, nessuno si sogna di attaccarlo per sue presunte indulgenze verso sovranismi e populismi. Usa i partiti che ne sono portatori, perché il sistema impone delle alleanze e perché, questo sì, lui viene certamente dal centrodestra.
Ma è un centrodestra liberale, del quale si è sempre fatto interprete Forza Italia, al di là delle intemperanze del suo leader Silvio Berlusconi. Qualcosa che nel tempo ha sempre più perso le proprie appendici di destra (anche alcune prese di posizione recenti di Berlusconi depongono a favore di ciò, al di là della caccia ai voti per il sogno del Quirinale) e che concretamente guarda al centro dello scacchiere politico italiano.
Ed è proprio qui che può avvenire l'incontro con Matteo Renzi. Infatti, Toti mostra di avere parecchio in comune con l'ex premier, il quale peraltro mostra a sua volta insofferenza verso "questa" sinistra. Dovranno regolare i conti con la loro storia, Toti e Renzi. Ma, soprattutto, il loro incontro al Centro non è affatto semplice, per quanto rientri fra le cose possibili.
Andranno superati due ostacoli su tutti. Il primo: essendo entrambi dotati di forte carattere, bisognerà vedere se riusciranno a rendersi complementari dal punto di vista del ruolo. Tutti e due mirano in alto, ma uno starà un gradino sotto. Chi?
Secondo ostacolo: l'ondivagare di Forza Italia. Toti e Renzi sono portatori di una percentuale elettorale che secondo i sondaggi è troppo bassa per risultare efficace nella costituzione di un Centro. Forza Italia serve come il pane, ma bisogna convincere Berlusconi e soprattutto quei colonnelli che hanno in astio sia Toti sia Renzi perché essi stessi aspirano a diventare i capi del nuovo soggetto politico.
Infine, ma certo non secondario: bisogna calibrare la scelta politica di costruire un Centro, capace di dialogare per definizione sia con la destra sia con la sinistra, con l'esigenza di portare avanti le principali amministrazioni liguri, che adesso hanno in Lega e Fratelli d'Italia certo non dei comprimari. Sì, è tutto un bel rebus. Ma la politica è bella anche per questo.
Toti e Renzi, gli ostacoli per il grande abbraccio
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di Luigi Leone
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