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Viaggio nel quartiere a pochi giorni dai 59 rinvii a giudizio
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GENOVA - "Non dimenticheremo mai quello che è successo, ogni giorno, quando passiamo sotto il ponte Genova San Giorgio nei nostri cuori ci sono le 43 vittime e i loro familiari". E' questo in sintesi il pensiero dei residenti di Certosa a Genova, raccolto nelle parole di chi incontriamo per le strade e nei negozi del quartiere segnato per sempre dal crollo di ponte Morandi, quel maledetto 14 agosto del 2018. Raggiungiamo  il quartiere a pochi giorni dai 59 rinvii a giudizio nell'ambito dell'udienza preliminare, ora c'è la data dell'inizio del processo, il 7 luglio. La fame di giustizia è in ogni angolo. "Io considero vergognoso che nessuno dei vertici di Autostrade si sia mai scusato per quello che è successo, mai una parola rivolta ai parenti delle vittime. Ma come è possibile?" si domanda Gabriele, che vive e lavora a Certosa.

 

 

"Noi viviamo un lutto perenne, non possiamo farne a meno. La vita qui nella zona è tornata più o meno normale, c'è di nuovo passaggio - spiega Vittoria, che ha un negozio nella centrale via Jori - ma proviamo ad immedesimarci nel dolore dei familiari, in che cosa possa significare perdere un figlio, una madre, un padre in quel modo così assurdo". Fuori dal panificio c'è la coda: "Io quel ponte lo ho visto costruire - racconta un signore con i capelli bianchi - e lo ho visto cadere. Quella mattina ero a casa perché pioveva, si è sgretolato sotto i miei occhi. E pensare che prima del crollo sentivo che lavoravano, da tempo, anche la notte, ma nella parte non crollata, dall'altro lato. Perché?" Tanti sono ancora i perché senza risposta: "Io alle famiglie delle vittime auguro che sia fatta giustizia" dice una signora, che pare quasi imbarazzata di fronte a tanto dolore. 

Stasera alle 21 su Primocanale e in streaming sul sito primocanale.it la trasmissione "Tiziana & Cirone" si occuperà di questo tema, ospiti i parenti di alcune vittime del crollo.