Savona ha accolto diversi profughi ucraini, alcuni arrivati direttamente da Mariupol, la città "fantasma" emblema della guerra. Si tratta di donne, ragazze e bambini. "Sono prevalentemente soggetti giovani e sani. Ci sono state alcune situazioni delicate, dovute anche al lungo viaggio in condizioni non sempre ottimali, ma in collaborazione con il Pronto soccorso di Savona tutto è andato per il meglio. Gli ospedali del territorio e le associazioni di volontariato stanno dando una grossa mano", commenta Elena Sambin, Direttore sanitario della rsa "La Riviera".
"Una delle difficoltà - prosegue - è dovuta alla lingua. Nessuno degli ospiti parla italiano, ma in questo caso a darci una mano intervengono i traduttori. L'aspetto psicologico è molto importante nelle emergenze di questo tipo: abbiamo riadattato la struttura per l'accoglienza dei bambini e cerchiamo di intrattenerli con laboratori e corsi di italiano". In prima linea nella mediazione anche Andrii Shabliuk, referente savonese dell'associazione Pokrova.
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