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I gestori: "Non ce la facciamo più"
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GENOVA - Anche Genova aderisce alla giornata di protesta che a livello nazionale coinvolge le associazioni dei gestori degli impianti natatori, rimasti chiusi per gli amatori degli sport acquatici. Questa mattina rappresentanti di piscine, della Federazione italiana nuoto e figure del CONI regionale si sono riuniti in un presidio che ha avuto luogo davanti ai cancelli del Crocera Stadium, nel quartiere di Sampierdarena.

Al centro della protesta l'aumento dei costi di gestione degli impianti fra luce, gas ed elettricità, nonostante il fatto che i ricavi siano rimasti inalterati. Ma soprattutto una protesta contro il silenzio delle istituzioni, dalla regione sino al Governo centrale.

"Gli impianti sportivi pubblici sono a rischio chiusura, un rischio che potrebbe concretizzarsi a breve" - ci racconta Andrea Biondi, presidente del coordinamento delle piscine pubbliche - "Le motivazioni sono i costi energetici decuplicati mentre i ricavi sono legati a listini fermi a 20 anni fa. Ci occupiamo di sport, di socialità e di agonismo, ma non ce la facciamo più".

"L'ultima mazzata è stata il rincaro delle utenze, che incidono tantissimo sui budget. Tutto ciò si aggiunge in modo negativo sulla riduzione delle capienze e a tutti i problemi legati alla diminuzione delle presenze" conferma Giada Borreani, in veste di rappresentante delle piscine di Genova Prà

Presente anche il CONI Liguria con il vice-presidente Andrea Fossati: "E' la disciplina che ha subìto i peggiori danni dalla pandemia, occorre che tutti li aiutino per far arrivare questo grido di aiuto a livello nazionale"