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Si sono chiusi domenica 18 febbraio i saldi invernali del 2024, che erano iniziati lo scorso 5 gennaio. Un bilancio in chiaroscuro, con dati sotto le aspettative anche se ancora i numeri definitivi devono arrivare. "Sono andati così e così questi saldi", dice Manuela Carena, presidente Federmoda Confcommercio Genova a Primocanale: "Il mese di gennaio ha registrato un meno 4 per cento in linea con i dati nazionali, per febbraio il sentimento è mediamente soddisfatto. Non sono andati benissimo anche perché l'evento saldi da diversi anni non ha più l'appeal che aveva una volta, tutto l'anno c'è una giungla di saldi e promozioni soprattutto per la grande distribuzione per cui è difficile che un evento singolo abbia così tanto richiamo come avveniva una volta", commenta Carena.

Tra gli acquisti preferiti per i saldi invernali, i clienti si sono rivolti già alle collezioni primaverili a causa del caldo. I cappotti hanno avuto un freno, sono andate bene le calzature e tutto ciò che riguarda l'abbigliamento moda, cioè i capi che durante l'anno hanno un prezzo alto e meno abbordabile e che durante i saldi diventano una buona occasione. Anche se i saldi sono terminati, la vendita promozionale nei negozi continua fino a fine febbraio mentre tradizionalmente con il 1 marzo si parte con la stagione primaverile.

La presidente di Federmoda Genova traccia anche il quadro della situazione, composto da grandi difficoltà per i piccoli negozianti che hanno diversi antagonisti: "Per le associazioni di categoria è tempo di ripensare tutto il sistema di retail e negozi di vicinato, e sostenere in modo adeguato i negozi che ormai sono un elemento fondamentale per la rigenerazione urbana e far vivere i territori", continua Carena. Federmoda ha in corso una discussione con il ministro Urso per "creare e applicare ai canoni degli immobili commerciali la cedolare secca, ovvero riconoscere un abbassamento delle tasse ai proprietari a fronte di un congruo abbassamento del canone di affitto, voce per noi pesantissima", spiega la presidente Carena. "Ci ritroviamo una mensilità in più di affitto da pagare, una bastonata".


Tra le proposte c'è anche il bonus per chi propone fornitori made in Italy fatta da Federazione Moda Italia a livello nazionale. "E le amministrazioni territoriali, nazionali, europee dovrebbero rendersi conto finalmente e del tutto che il negozio di vicinato va salvaguardato e sostenuto al pari di quanto viene sostenuta la grande distribuzione", commenta ancora Manuela Carena.