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"Altro che ringraziamenti ad Aspi", commenta l'associazione dei consumatori che è tra le parti civili ad aver ricevuto un parziale ristoro da parte di Autostrade
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Altro che ringraziamenti ai dirigenti Aspi che hanno deciso di risarcire, parzialmente, alcune parti civili. Tra queste c'è anche Assoutenti che prende le distanze sull'accordo annunciato ieri in aula in seno al processo per il crollo del ponte Morandi. "E' semplicemente una prassi che si usa nei tribunali - argomenta il presidente onorario di Assoutenti Furio Truzzi a Primocanale - perché una parte civile che si insinua in un procedimento penale è lì sostanzialmente per chiedere ragioni dei suoi diritti e quindi una pratica risarcitoria. Bene hanno fatto anche i nostri legali a ottenere questo risarcimento parziale, purtroppo".

Una posizione, quella di Assoutenti, completamente diversa da altre attività legali fatte da altre parti, pur evidenziando che l'obiettivo comune è stato comunque quello del risarcimento. "Noi abbiamo agito come spiriti liberi e non certo perché Aspi ha rifiutato di pagare la propria quota", continua Truzzi. "Per quanto ci riguarda sono due strade separate complementari: una ha riguardato le persone sotto processo che hanno ritenuto di sottoscrivere questa transazione, l'altra riguarda non solo Autostrade per l'Italia ma lo stesso ministero dei Trasporti che ricordo è completamente inadempiente nell'aver monitorato e controllato il gestore e quindi è tanto responsabile quanto Aspi".

Conclude Assoutenti: "Sia il ministero dei Trasporti che Aspi per noi e per i nostri legali dovranno in un qualche modo ristorare chi è stato vittima di danni: non parliamo purtroppo delle vittime ma di tutti quelli che, convivendo in quell'area, hanno subito dei danni e non sono stati rimborsati".

 

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