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Lo scopo, spiega il segretario generale della Fim Cisl Liguria Christian Venzano, è quello di "capire cosa vuol fare la parte privata ma anche l'intenzione del Governo: secondo noi bisogna rilanciare la siderurgia"
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GENOVA - I sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm chiedono un incontro urgente col Governo per affrontare il tema dell'ex Ilva, dopo l'ulteriore rinvio dell'assemblea dei soci di Acciaierie d'Italia (LEGGI QUI).

"Lo Stato attraverso Invitalia continua a mettere soldi ma continua a mancare l'apporto del privato, che ancora una volta rinvia una decisione - spiega il segretario generale della Fim Cisl Liguria Christian Venzano -. Così rinviano anche il rilancio della siderurgia nel nostro Paese, che per noi è fondamentale ma con questo stallo sta peggiorando. Siamo ai minimi storici come produzione, con gli impianti che vanno a singhiozzo, e ci sono problemi sulla sicurezza".

Nella lettera si affronta il tema di quella che i sindacati definiscono come "la mancanza di volontà da parte di entrambi i soci di risolvere la vertenza positivamente salvando un asset industriale strategico del nostro Paese e 20mila posti di lavoro".

Per Venzano "il senso è capire cosa vuol fare la parte privata (appunto Arcelor Mittal che detiene il 62% delle azioni di Acciaierie d'Italia) ma anche qual è l'intenzione del Governo, perché secondo noi ci deve essere un rilancio e queste decisioni non possono essere rinviate così".

LA SITUAZIONE

A Genova i mille lavoratori dello stabilimento di Cornigliano denunciano la grave situazione legata alla sicurezza sul posto di lavoro e la sottoproduzione dell'impianto che lavora al 20% delle sue potenzialità. A questo si aggiunge l'incertezza ormai ultradecennale legata ai 238 lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria che a fine estate sarebbero dovuti essere riassorbiti, cosa non avvenuta visto l'incertezza che riguarda il futuro della siderurgia.

L'amministratore delegato di Acciaierie d'Italia Lucia Morselli ha spiegato che per rilanciare nell'immediato la produzione degli stabilimenti servirebbero 350 milioni. Secondo quanto riporta MilanoFinanza l'ex-Ilva dispone infatti di una sola linea di credito da 250 milioni di euro attivata da Unicredit con scadenza a maggio 2024. Nel mentre Franco Bernabé, presidente dell’holding di Acciaierie d’Italia ha congelato le sue dimissioni.

Diverse le opzioni possibili, la principale potrebbe essere l'impegno di ArcelorMittal a rilanciare la produzione. La seconda, meno probabile, vede lo Stato aumentare il suo peso specifico nella gestione di Acciaierie d'Italia.