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La partecipazione allo sciopero riguarda tutti i settori privati e alcuni settori pubblici
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GENOVA - Una settimana dopo è di nuovo sciopero e corteo a Genova. Cgil e Uil scendono ancora in piazza per protestare contro le misure adottate  dalla legge di Bilancio messa a punto dal governo Meloni. La settimana scorsa in 5mila hanno invaso le vie di Genova fino ad arrivare in centro dove al prefetto Cinzia Torraco è stato consegnato un documento con i punti critici da portare a Roma (Guarda qui).

La partecipazione allo sciopero riguarderà tutti i settori privati e alcuni settori pubblici. Lo sciopero coinvolgerà la Liguria per l'intera giornata o turno di lavoro. A Genova prevista una manifestazione regionale alla Stazione Marittima con appuntamento alle 9, poi il corteo per le vie cittadine con arrivo davanti alla Prefettura di Genova. A intervenire nel comizio conclusivo il segretario generale della Cgil Liguria Maurizio Calà e il membro della segreteria confederale nazionale Uil Vera Buonomo.

Cgil e Uil chiedono di alzare i salari, estendere i diritti, offrire un futuro ai giovani e fermare "il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati". Cgil e Uil lanciano l’allarme su sanità e sociale. "La manovra del Governo, così come proposta, inciderà pesantemente sui conti liguri a partire proprio dal capitolo sanità già fortemente in affanno in particolare su liste d’attesa e personale" si legge in una nota.

Nella serata di mercoledì il governatore Toti ha convocato le organizzazioni sindacali per illustrare la manovra regionale. "Se la manovra di Governo venisse confermata, alla Liguria potrebbero saltare 61 milioni di euro con evidenti difficoltà per la Regione a mantenere le promesse di abbattimento proprio sulle liste d’attesa in sanità e sui servizi a partire dal sociale".

Accanto alle rivendicazioni nazionali (superamento della Fornero, lotta all’evasione fiscale ecc.) Cgil e Uil in piazza anche per le altre emergenze liguri: "Serve una nuova strategia industriale per affrontare le crisi vecchie e nuove: Ansaldo Energia, Piaggio, Acciaierie d’Italia sono solo alcune delle industrie di respiro nazionale che attendono risposte serie e concrete dal Governo. Serve subito un piano straordinario di assunzioni nel comparto socio sanitario: occorrono medici, infermieri, operatori socio sanitari e personale ausiliario e l’abbattimento delle liste di attesa. Occorre potenziare il sistema degli enti locali: basta con i tagli ai Comuni e, quindi, ai servizi sociali".

E ancora: "Su commercio e grande distribuzione serve subito un tavolo regionale per disegnare il futuro e un’occupazione di qualità anche a fronte delle nuove aperture. Destagionalizzare del turismo. Maggiore attenzione alla sicurezza sul lavoro e al mondo degli appalti e subappalti dove spesso si annidano condizioni di lavoro inaccettabili. No all’autonomia differenziata che favorirebbe ancora di più il divario tra regioni creando una frattura insanabile tra nord e sud. E chi pensa che la nostra regione ne trarrebbe giovamento sbaglia".

Durante lo sciopero nazionale “Adesso Basta” di tutte le regioni del Nord (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Val d’Aosta e Veneto), sarà letto dai palchi un appello contro la violenza sulle donne