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Lo speleologo americano si trovava in Turchia ed è stato colto a mille metri sottoterra da una emorragia interna, nella grotta Morca, nella provincia di Mersin
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TURCHIA - È stato salvato alle 00:35 orario turco, le 23:35 italiane, lo speleologo statunitense Mark Dickey bloccato a 1000 metri di profondità dalla serata di sabato 2 settembre. L'uomo è uscito dalla grotta ed è stato condotto alla tenda sanitaria del campo base. 

Alle operazioni di soccorso hanno collaborato 46 operatori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (di cui quattro dalla Liguria) e altri team specializzati provenienti da diversi paesi europei.

Lo speleologo americano si trovava in Turchia ed è stato colto a mille metri sottoterra da una emorragia interna, nella grotta Morca, nella provincia di Mersin. Per l'uomo, 40 anni, si è mossa da subito una vera e propria task force di esperti internazionali.

Dall'Italia è partito il Soccorso alpino nazionale. Hanno preso parte al gruppo anche quattro tecnici liguri (tra cui un tigullino e un genovese) altamente specializzati per interventi di questo tipo in ambienti particolarmente difficili.

A occuparsi di lui è stato il team italiano che lavora alternativamente con due squadre da dieci persone ciascuna (12 ore di lavoro a testa).

Si chiamano Andrea Benedettini, Alberto Romairone, Erka Friburgo e Deborah Alterisio. Sono i quattro tecnici liguri altamente specializzati del Soccorso alpino e speleologico Liguria che hanno fatto parte della task force internazionale che nella notte, in Turchia, ha portato in salvo Mark Dickey.  Le operazioni di soccorso hanno impegnato complessivamente oltre 100 soccorritori, provenienti da circa 10 Paesi e per il recupero da -1000 sono state necessarie 60 ore. Marc Dickey è rimasto in grotta per circa 500 ore. I soccorritori italiani coinvolti sono stati 46. Tra loro, come detto, quattro liguri: il rapallese Andrea Benedettini, i genovesi Alberto Romairone ed Erka Friburgo e l’imperiese Deborah Alterisio che in queste ore si stanno godendo il meritato riposo prima di rientrare in Italia, probabilmente domani.

"Abbiamo seguito da qui tutte le operazioni e tutti sono stati eccezionali – dice Gianmarco De Astis, responsabile della XII Delegazione Speleologica della Liguria -. I nostri quattro tecnici sono tutti altamente specializzati per interventi di questo tipo. Alcuni di loro avevano partecipato anche ad un intervento simile nel 2015 in Baviera. In generale c’è anche da sottolineare l’ottimo lavoro di squadra con tutti gli altri soccorritori anche se una parte del merito va proprio al soccorso organizzato dell’Italia che ha coordinato i soccorsi. Un grazie anche a tutto il personale medico specializzato".

La stazione speleo della Liguria, parte della XIII Delegazione, è l’ottava della regione dopo La Spezia, Rapallo, Genova, Finale Ligure, Savona, Pieve di Teco e Ventimiglia non certo per importanza, ma per il fatto di non avere, come dimostra il caso in Turchia, una vera e propria zona di competenza. "Il capo squadra della stazione speleo è Benedettini – spiega ancora De Astis -. Deborah Alterisio, invece, è una istruttrice nazionale ed è la responsabile della formazione dei tecnici speleo in Liguria. Stiamo parlando di un gruppo di persone altamente specializzato". A complimentarsi con il gruppo è anche il presidente del Soccorso alpino e speleologico Liguria Roberto Canese: "Complimenti a tutti, non era una operazione per nulla semplice. Siamo orgogliosi del lavoro che ha fatto tutto il gruppo italiano e in particolare lo siamo per i nostri tecnici".