La sera del 19 marzo 2002, intorno alle 20.00 Marco Biagi, come ogni sera, arriva in treno da Modena dove insegna Diritto de Lavoro e inforca la sua bicicletta per percorrere il tratto di strada che separa la stazione di Bologna dalla sua abitazione di via Valdonica. Sotto il portone, al civico 14, un commando di brigatisti lo blocca. Col volto coperto da caschi integrali, aprono il fuoco per poi allontanarsi molto velocemente. Il giusvalorista, colpito da sei proiettili, morirà tra le braccia dei medici del 118. La rivendicazione venne spedita via internet a più di 300 indirizzi in tutta Italia da parte delle “Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente” (BR-PCC): la stessa sigla comparsa anni prima in occasione degli omicidi di Ezio Tarantelli, Lando Conti, Roberto Ruffilli e Massimo D'Antona. Il dettaglio più inquietante è che a scrivere fu una sedicente colonna 'Carlo Giuliani' dal nome del ragazzo ucciso in piazza Alimonda nel giugno dell'anno precedente durante gli scontri del G8 a Genova. Dall'archivio storico di Primocanale il servizio sulla rivendicazione
Ultime notizie
- Prima firma in caserma, poi fa un furto con strappo: 19enne finisce in carcere
- Ancora un'aggressione ai sanitari, questa volta ai militi della Croce verde
- Ladro sorpreso in casa si lancia dalla finestra: gamba rotta e arresto
- 'Moby Dick' a Palazzo Ducale: a Genova al via la mostra sulla leggendaria balena e le sue ossessioni
- Lascia una sigaretta accesa, va fuoco l'appartamento: incendio in corso Magenta
- Ancora miasmi in via Trento e alla Foce ma dopo più di un mese non c'è un perchè
IL COMMENTO
Fuori la verità su Genova: Amt, rumenta, stadio, caruggi
Il ritorno del Columbus Day negli Stati Uniti