Attualità

In attesa della formalizzazione del divieto si raccomanda di non cacciare in quei comuni a iniziare da sabato 8 gennaio e di non maneggiare ma segnalare qualsiasi ritrovamento di carcassa di cinghiale
1 minuto e 30 secondi di lettura

GENOVA-Regione Liguria corre ai ripari dalla peste suina africana vietando la caccia in alcuni comuni liguri. Un divieto necessario a evitare fonti di disturbo per la fauna selvatica così da non far disperdere altri cinghiali infetti nei territori vicini a quelli dove sono stati riscontrati i primi casi.

A dare l'allarme dopo la prima diagnosi per l'ungulato morto a Ovada, arrivata prima dall'Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta è stata poi la conferma arrivata dal Centro di referenza nazionale per le pesti suine (Cerep) dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Umbria e Marchetrovata in alcuni cinghiali morti nel territorio di alcuni comuni della nostra regione e in Piemonte.  

Peste suina, riscontrato caso in cinghiale morto al confine con il Piemonte-LEGGI QUI

Ancora in via di formalizzazione il divieto, spiega una nota di Ambito Territoriale di Caccia di Genova: "Il divieto, ancora in via di definizione, comprenderà almeno i territori di Arenzano, Busalla, Campo Ligure, Campomorone, Ceranesi, Cogoleto, Genova, Isola del Cantone, Masone, Mele, Mignanego, Ronco Scrivia, Rossiglione, Sant'Olcese, Savignone, Serra Riccò e Tiglieto. "

Fondamentale entrare in azione subito, per questo Atc Gei raccomanda a tutti i cacciatori, in attesa della formalizzazione, di non esercitare l'attività venatoria in quei comuni a iniziare da sabato 8 gennaio e di non maneggiare ma segnalare qualsiasi ritrovamento di carcassa di cinghiale sul territorio ligure agli organi competenti.

L'allarme non solo in Liguria. La Cia Piemonte chiede un commissario straordinario nazionale per gestire l'emergenza fauna selvatica aggravata dal caso di peste suina riscontrato in un cinghiale morto a Ovada, in provincia di Alessandria: "Oltre ai gravi danni alle colture - dice il presidente Gabriele Carenini -, oggi abbiamo a che fare con un ulteriore elemento di preoccupazione. E' assolutamente necessario verificare immediatamente se si tratti di un caso isolato e che le autorità pubbliche svolgano gli adeguati controlli".