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C'è chi arriva dall'Austria, chi da Milano, Cremona, Siena, Roma apposta per il Grifone. In mezzo alla festa a tinte tutte rossoblù anche una famiglia di Kaiserslautern che si gode lo spettacolo
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GENOVA - Calendario alla mano è passato meno di un anno. Il Genoa guidato in panchina da Gilardino ritrova la Serie A e in città esplode la festa rossoblù. Bandiere, caroselli, cori e tanta voglia di festeggiare e stare insieme. In 33mila a sostenere Gudmundsson e compagni al Ferraris (guarda qui).

Una festa che ha richiamato in città tantissimi tifosi del grifone arrivati da tutta Italia. C'è chi è salito in macchina di buon ora in questo sabato di inizio maggio da Cremona per tornare a casa, godersi la festa e far vedere e vivere ai suoi figli piccoli la gioia del popolo genoano. "Sono nato a Genova e poi mi sono trasferito a Cremona - racconta ai microfoni prima della partita - il Genoa mi è rimasto nel cuore e volevo far vivere l'emozione dello stadio ai miei due bimbi". 

Dopo la festa fuori dai cancelli del Ferraris è una bolgia rossoblù. "Arrivo da Siena ma sono genovese e genoana doc, non potevo mancare oggi - racconta ancora una signora con il marito poco distante che però non vuole parlare -. Lui è Toscano ma era genoano già prima di conoscermi. La squadra è stata magnifica, Gilardino ha fatto un capolavoro, anche oggi abbiamo sofferto come da storia del Genoa vuole, poteva essere tutto facile col rigore invece, gol sbagliato, gol subito. Poi però tutto è andato bene e la gioia è incontenibile.".  

In via San Vincenzo si sente un accento romano ricoperto di rossoblù. "Arrivo da Roma, si sente eh! Questa è la prima volta che vengo al Ferraris ma ho fatto tutte le trasferte - spiega ai microfoni di Primocanale un ragazzo sulla ventina -. I miei genitori sono genovesi e mi hanno trasmesso la passione per il grifone. Una festa eccezionale e una squadra che ha meritato ampiamente la promozione, tutti bravi, ora guardiamo al futuro con ottimismo".

In piazza De Ferrari, mischiato nella bolgia bandiera in mano e maglia rossoblù addosso, c'è un altro giovane ragazzo. Lui è genovese ma vive fuori: "Arrivo da Vienna dove lavoro con l'Università, ci ho messo tra varie peripezie 14 ore per arrivare qui e godermi la festa dal vivo. Oggi passo la notte qui, poi si riparte verso l'Austria. Come sono le feste in Austria? Non certo come qui, lì hanno lo sci, avete mai visto una scena del genere per un austriaco chi vince la coppa del mondo di sci?".

Tra la folla di via XX Settembre c'è anche un'intera famiglia arrivata dalla Germania, i tratti somatici non tradiscono. Sono qui ospiti da amici genovesi che non gli hanno voluto far perdere la grande festa popolare, non parlano italiano, poche parole ma chiare in inglese: "Arriviamo da Kaiserslautern, è bellissima l'atmosfera che stiamo vivendo". Poi arriva un 'forza Genoa' per salutare.

E poi c'è chi arriva da Milano, Bologna, in tanti dal Basso Piemonte e ancora chi ha scelto di anticipare il rientro a Genova dal Nord Sardegna dove lavora. Qualcuno dice di arrivare da Bressanone, ma l'accento e la goliardia è di chi è genovese (e genoano) con tanto di riconoscimento ufficiale. Va bene lo stesso, il pomeriggio di festa permette tutto.