Chiuderà il sei gennaio dopo 35 anni, forse per sempre. A dare la notizia è stata la signora Mirella, la titolare che da tre decenni lavora dentro alla stazione di Brignole. Un'altra realtà storica che abbassa la saracinesca - forse - per sempre: con la sua tabaccheria ha allietato il viaggio a migliaia di pendolari, offrendo decine di servizi e molti sorrisi.
La titolare Mirella davanti alla tabaccheriaCentinaia le firme raccolte in poche ore per la petizione: "Salviamo la tabaccheria di Brignole"
Così tanti sorrisi che quando la donna ha deciso di dare la notizia ai suoi clienti, con un cartello attaccato fuori dalla porta, la risposta è stata immediata: "Dopo due ore sono dovuta scappare, ho lasciato il mio collaboratore e mi sono allontanata. Non riuscivo a smettere di piangere, chiunque entrasse mi chiedeva perché, come fosse possibile. La mia tabaccheria è stata un punto di riferimento, un luogo di incontro, un presidio di servizi che ha accompagnato la vita quotidiana di migliaia di persone. Insieme abbiamo condiviso momenti di gioia e di difficoltà, abbiamo costruito rapporti di fiducia e di reciproco rispetto che vanno ben oltre il semplice rapporto commerciale". Ancora dopo una settimana dal cartello, decine di persone ogni giorno si fermano per salutare Mirella, chiedendosi il motivo per cui la donna ha deciso di chiudere per sempre il suo negozio, punto di riferimento tra i binari della stazione più grande di Genova.
Ed è proprio a questa domanda che gli occhi di Mirella si fanno lucidi. Perché la scelta non è stata sua: "Oggi, dopo aver più volte tentato una mediazione e un rinnovo del contratto che mi sono stati rifiutati, mi trovo di fronte alla prospettiva della chiusura definitiva - spiega la donna -. Grandi Stazioni Retail S.p.A. ha avviato e concluso le procedure giudiziarie per il recupero di un credito maturato durante il periodo più difficile della nostra storia recente: la pandemia".
Il debito maturato durante la pandemia, quando gli incassi non coprivano i costi
Durante la pandemia, quando tutte le altre attività della stazione erano chiuse, Mirella ha scelto di rimanere aperta per continuare a servire i suoi clienti, anche quando gli incassi erano drammaticamente inferiori ai costi che doveva sostenere. "È proprio in quel periodo di dedizione al servizio della collettività che si è generato il debito che oggi minaccia la sopravvivenza della mia attività - continua -. In quel periodo le misure di contenimento hanno ridotto drasticamente il flusso di passeggeri nella stazione, ma io ho continuato a garantire i servizi essenziali, sostenendo costi fissi che gli incassi non riuscivano più a coprire. Quella scelta l'ho presa per senso di responsabilità verso i miei clietni, verso la comunità che per 35 anni mi ha dato fiducia. Non me ne pento, ma oggi mi trovo in difficoltà e ho bisogno del loro sostegno".
Dopo la notizia è subito partita la raccolta firme con la petizione "Salviamo la tabaccheria"
Dopo qualche giorno proprio alcuni dei suoi clienti hanno deciso di spingere la donna a lanciare una raccolta firme per salvare la tabaccheria, che potete trovare a questo link: https://tinyurl.com/27pym6ua. Più di 100 firme nel giro di poche ore online e altrettante quelle fisiche, firmate direttamente dai clienti che sono entrati in tabaccheria negli ultimi giorni.
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