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Attualità

I lavoratori di ex Ilva, in protesta da lunedì, non fermano la lotta: "Da qui non ci muoviamo" hanno ripetuto, in attesa dell'incontro a Roma di venerdì dove si risiederanno al tavolo per trattare il futuro dello stabilimento genovese
4 minuti e 9 secondi di lettura
di A.Bottino, A.Defilippi

Si prospetta un'altra giornata con Genova spezzata in due - per quanto riguarda il traffico - dopo l'esito negativo delle diverse telefonate andate in scena nel pomeriggio di ieri tra Marco Bucci e il commissario Quaranta. I lavoratori di ex Ilva, in protesta da lunedì, non fermano la lotta: "Da qui non ci muoviamo" hanno ripetuto, in attesa dell'incontro a Roma di venerdì dove si risiederanno al tavolo per trattare il futuro dello stabilimento genovese. Questa mattina si sono dati appuntamento, di nuovo, alle 5 del mattino davanti alla fabbrica, per decidere il da farsi. Possibile un nuovo corteo che occupi i punti nevralgici del traffico cittadino.

Ieri una giornata di forte protesta, con migliaia di lavoratori (non solo di ex Ilva ma anche di Ansaldo) hanno paralizzato la città e, per la prima volta nella storia, hanno occupato il Ponte Genova San Giorgio, il viadotto inaugurato nel 2020 dopo il crollo del Morandi.

La telefonata tra Bucci e il Governo

Nella serata di ieri, dopo un pomeriggio di tensione, è arrivato il presidente della Regione Liguria Marco Bucci dopo un lungo colloquio telefonico avvenuto con il commissario straordinario di Acciaierie d’Italia, Giancarlo Quaranta. "Brutte notizie, la nostra lotta continua": sono state le parole del sindacalista Armando Palombo dopo aver parlato con il presidente di Regione, che ha però ribadito il suo impegno: "Non molliamo - ha detto Bucci -, continueremo a lavorare ma non sarà cosa facile come pensavo che fosse. I soldi ci sarebbero ma una legge europea non consente l'aiuto di Stato per aziende in commissariamento. La buona notizia è che nessuno perde il lavoro e nessuno va in cassa integrazione. Sono garantiti 655 lavoratori finché non riparte la zincatura alla fine di febbraio".

I lavoratori hanno deciso di mantenere il presidio e il blocco in via Cornigliano. Domani alle 5 decideranno ulteriori forme di lotta. Giovedì è previsto uno sciopero generale e un corteo che si dirigerà verso la Prefettura. 

I sindacati: "Notizie dal governo assolutamente insuffficienti"

"Non abbiamo notizie nuove, o meglio, le notizie che sono arrivate sono quelle portate dal governatore Bucci ieri sera. Notizie che arrivano dal Governo che sono assolutamente insufficienti. Sono le stesse che ci avevano dato venerdì scorso. Assolutamente insufficienti. Oggi continua la lotta con i presidi e ci prepariamo allo sciopero generale domani dei metalmeccanici". Lo ha detto Stefano Bonazzi, segretario della Fiom Cgil di Genova. Al momento non c'è previsione di cortei o movimenti verso la città, ma "ovviamente manteniamo i presidi. Vedremo se fare iniziative. Indicativamente questa è l'organizzazione in previsione di domani. Stiamo lavorando allo sciopero generale dei metalmeccanici per dare una risposta concreta, chiara, determinata su una cosa: ovvero che non siamo intenzionati a Genova a perdere un altro pezzo di industria, quindi a perderci l'Ilva di Genova. Non siamo intenzionati a un disastro occupazionale che rischia di mettere sulla strada mille lavoratori. Questo è assolutamente inaccettabile. Genova reagirà come ha sempre reagito per difendere il suo impianto industriale. L'abbiamo fatto in passato per Fincantieri, l'abbiamo fatto per Ansaldo, lo faremo anche per l'Ilva domani".

La giornata di protesta di ieri 

La giornata era iniziata presto, con l’assemblea permanente dei lavoratori Acciaierie d’Italia (ex Ilva) in sciopero a oltranza. Alla protesta si sono uniti gli operai di Ansaldo Energia – da giorni in stato di agitazione per il trasferimento negli Usa di lavorazioni strategiche – e quelli di Fincantieri. In corteo, dietro lo striscione "Genova lotta per l’industria", hanno portato anche una pala meccanica, icona del lavoro pesante che la città rischia di perdere.

Dopo aver bloccato per ore le strade di Cornigliano e Sestri Ponente, intorno a mezzogiorno i manifestanti hanno forzato il casello di Genova Aeroporto (già chiuso al traffico ordinario) e sono entrati in autostrada A10. In pochi minuti hanno raggiunto e occupato entrambe le carreggiate del Ponte San Giorgio, fermando completamente la circolazione tra Genova Ovest e Genova Aeroporto. Code chilometriche si sono formate in entrambe le direzioni, con ripercussioni su tutta la rete autostradale ligure.

Un’immagine destinata a rimanere: centinaia di tute blu e caschi sul viadotto progettato da Renzo Piano, mentre in basso il traffico era fermo e sopra la città si alzavano i fumogeni rossi. Il presidio è durato circa quaranta minuti. A sbloccare la situazione è arrivata la notizia della telefonata fissata nel pomeriggio.

Blocco ex-Ilva e incidente: problemi al traffico nel tardo pomeriggio nel ponente genovese e in autostrada

Le richieste dei lavoratori 

Nicola Appice, rsu Fim Cisl è chiaro: "Il piano proposta dal governo comporterebbe una grave paralisi, verrebbe arrestata la produzione di banda zincata che costituisce i due terzi dell’attività dello stabilimento. Chiediamo il ritiro incondizionato del piano corto e l'arrivo immediato dei rotoli di acciaio necessari per mantenere attivi tutti gli stabilimenti produttivi del Nord".    

Armando Palombo, segretario Fiom Cgil, storico sindacalista Fiom, lo dice chiaramente: "Questa è una lotta per il lavoro, potremmo lasciare lo stabilimento depotenziato visto che non si estende la cassa integrazione e tutti continuano a prendere lo stipendio pieno e i lavoratori potrebbero giocare a briscola, ma Genova vuole lavorare".

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