Amata, sopportata, da qualcuno anche detestata, da tempo al centro di un dibattito politico che vede pure chi ne chiede un inconcepibile abbattimento, la Sopraelevata compie sessant'anni: era infatti il 25 agosto 1965 quando per collaudarla quaranta autocarri a pieno carico, la portata ritenuta necessaria per testare la resistenza dei suoi 4.600 metri disposti su due carreggiate larghe sedici metri e sorrette da 210 pilastri, la percorsero per tutta la lunghezza. Venne poi inaugurata ufficialmente alcuni giorni dopo, il 6 settembre, alla presenza del ministro delle Partecipazioni statali, Giorgio Bo, sestrese, in rappresentanza dell'allora governo Moro.
Costò un miliardo e 752 milioni di lire dell'epoca
Fu alla fine degli anni Cinquanta, con la diffusione della motorizzazione di massa e il notevole aumento del traffico urbano, che l'amministrazione genovese cominciò a valutare la possibilità di costruire a ridosso del porto una struttura posta ad un'altezza maggiore rispetto alla sede stradale esistente destinata a chi avesse voluto attraversare velocemente la città. La realizzazione dell'opera era già prevista dal piano regolatore adottato nel 1956 e definitivamente approvata dal Ministero dei lavori pubblici nel 1959 con un documento che la definiva “strada a traffico veloce”. La decisione di costruirla venne ratificata il 31 marzo 1961 dal Consiglio comunale, sindaco Pertusio, che ne affidò la progettazione esecutiva e la costruzione ad un'azienda del gruppo IRI. Costò un miliardo e 752 milioni di lire dell'epoca, pari a circa 21 milioni e mezzo di euro attuali.

Amata anche dal cinema
Se pure criticabile dal punto di vista architettonico si è comunque dimostrata nel tempo un aiuto fondamentale nel risolvere, almeno parzialmente, il traffico a mare della città. E se puntualmente si discutono i pro e i contro di questa arteria con le sue possibili varianti e l'opportunità di un tunnel sotterraneo che la possa sostituire, la Sopraelevata (diventata “strada Aldo Moro” dopo la scomparsa dello statista democristiano) resta in ogni caso, oltre alla sua straordinaria utilità, qualcosa che è entrata nell'immaginario collettivo come uno dei simboli di Genova, amata anche dal cinema (non c'è regista che 'giri' in città senza utilizzarla), a partire addirittura dal 1963 quando Valentino Orsini le dedicò il documentario Sopraelevata: una strada d'acciaio per rendere omaggio a quella che qualcuno una volta definì “quattro chilometri e mezzo che frustano una costa, legano due riviere e filano come il tracciato di una rondine ad ali tese fra il mare e le pietrificazioni della storia”.
Foto tratte da Associazione AMICI della Sopraelevata Genova e dalla rivista mensile del Comune "Genova" nr.8 del 1965
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