
Ore decisive per il futuro dell'ex Ilva. Quarantotto ore cruciali lungo l'asse Roma-Taranto con Genova che resta a guardare. A Roma il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso incontra gli enti locali pugliesi. Al centro il percorso di decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto. Il piano prevede la realizzazione di tre forni elettrici da realizzare al posto degli alti forni. Dopo le dimissioni del sindaco di Taranto Piero Bitetti il Comune non firmerà l'intesa tra il ministero e gli enti locali.
Ma il ministro Urso va avanti per la sua strada e punta a chiudere l'accordo. "L'Italia è già il Paese più avanzato al mondo nella produzione di acciaio green, con 34 forni elettrici in 29 città per una capacità di 23 milioni di tonnellate", ha rimarcato Urso che sottolinea la necessità di "completare il percorso" anche con l'ex Ilva. "Gli altiforni saranno sostituiti da impianti elettrici di ultima generazione, rendendo Taranto il più grande stabilimento siderurgico green d'Europa". Nella giornata di oggi, giovedì 31 luglio, è atteso anche il voto di fiducia alla Camera sul decreto che stanzia fondi e traccia il percorso normativo per il rilancio del polo siderurgico. Venerdì a Roma il ministro poi incontrerà i sindacati
Genova intanto attende di capire cosa accadrà. In Comune durante l'ultimo consiglio comunale la sindaca Silvia Salis ha ribadito che è necessario aspettare prima di pronunciarsi e ha ricordato come il ministro Urso ha promesso che dei tecnici arriveranno in città per spiegare le caratteristiche e le conseguenze della realizzazione di un forno elettrico nello stabilimento di Cornigliano.
Il piano proposto dal Governo prevede la realizzazione di un forno a Genova capace di produrre circa 2 milioni di tonnellate. I lavori partirebbero nel 2026 e terminerebbero nel 2029, in modo tale che il forno entri in funzione nel 2030 con gli altri tre forni da realizzare a Taranto.
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IL COMMENTO
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