Due mesi dopo avrebbe compiuto 25 anni ma purtroppo il destino per lei decise diversamente. Il 6 maggio 1996 Nada Cella venne trovata agonizzante ma ancora viva dal suo datore di lavoro, Marco Soracco, nello studio nel quale lavorava come segretaria da cinque anni in via Marsala a Chiavari. Sarebbe morta poche ore dopo all’ospedale S. Martino di Genova. Un delitto apparentemente inspiegabile: nessun segno di effrazione alla porta d’ingresso e nessuna traccia di colluttazione. In sede autoptica furono riscontrate lesioni da calci e/o pugni, da corpo contundente e da violentissimo urto – quasi certamente fatale – probabilmente contro il pavimento. Secondo gli inquirenti la ragazza avrebbe perso i sensi quasi subito mentre l’aggressore continuò a lungo ad infierire su di lei. Quello di Nada Cella è stato fino a poche settimane fa uno dei ‘cold case’ più inquietanti della cronaca nera italiana. Adesso però le indagini sono state riaperte con l’iscrizione nel registro degli indagati di un’ex-insegnante che conosceva Soracco entrata nell'inchiesta nei giorni successivi al delitto per poi uscirne in tempi brevissimi. Questo è il primo servizio sull’omicidio ma nell’Archivio storico di Primocanale potete trovare anche i recenti risvolti dell’indagine (Guarda qui).
Dall'archivio storico di Primocanale, 1996: il delitto Nada Cella
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di Dario Vassallo
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