Cronaca

5 minuti e 31 secondi di lettura

In queste settimane “Terres des Hommes”, in occasione del 50° anniversario dalla sua fondazione, ed il C.I.S.M.A.I., Coordinamento Nazionale dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia, hanno realizzato l’iniziativa “Io proteggo i bambini”, proponendo ai Comuni italiani di adottare un Manifesto per la tutela del minore e di indossare simbolicamente un FIOCCO GIALLO in occasione della settimana mondiale per la prevenzione della violenza e dell’abuso all’infanzia.
Il manifesto dell’iniziativa propone 5 punti:

- adottare una carta dei bambini, che orienti le politiche municipali;
- redigere un rapporto annuale sulle condizioni dell’infanzia sul territorio;
- difendere i capitoli di bilancio dedicati alla protezione dei bambini;
- promuovere piani formativi per tutti gli operatori che, a vario titolo e livello si prendono cura dei - bambini per prevenire il maltrattamento, la violenza e l’abuso contro di loro;
- promuovere attività di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza in occasione di questa campagna.
 
Il Comune di Genova ha aderito alla campagna e, oltre alle iniziative ed attività già avviate, ha organizzato la mostra “Unchildren Diritti negati” a Palazzo Ducale dal 13 al 21 novembre ed il seminario “La segnalazione del bambino maltrattato da parte dei docenti: gli indicatori ed i percorsi di segnalazione”, il 17 novembre dalle h 9,30 alle h 13 presso il Padiglione B, Sala P. della Fiera del Mare, all’interno della manifestazione nazionale ABCD.
La necessità e la rilevanza di tali iniziative sono dimostrate dal fatto che solo negli ultimi mesi diversi sono i casi riportati dalla cronaca: tutte queste fatalità, incidenti, trascuratezze, aggressioni ed abusi da parte degli adulti - spesso famigliari - sui minori appartengono ad un unico fenomeno culturale, chiamato “violenza all’infanzia e all’adolescenza”, che consiste nella trascuratezza grave, nel maltrattamento fisico e psicologico, nella violenza familiare assistita e nell’abuso sessuale.
Si tratta di una modalità relazionale e comportamentale  generalmente appresa in famiglia, che tende a ripetersi in modo cronico e chi la attua difficilmente se ne rende conto.
Questo fenomeno per la sua gravità è considerato reato penale dal nostro codice legislativo, anche se il comportamento violento nei confronti dei minori, purtroppo, è spesso accettato e a volte confuso con l’educazione severa.
È estremamente importante, allora, reagire energicamente e attivamente per contrastare un pensiero ed un modo di agire, che sfociano in comportamenti che danneggiano i bambini e i ragazzi in modo grave e profondo, sia sotto il profilo psicologico sia sotto quello fisico.
Ci può aiutare in questo un quadro del fenomeno e cosa si fa per affrontarlo, tenendo conto che il primo riconoscimento internazionale dei diritti dei bambini e degli adolescenti è relativamente recente: la Convenzione di New York del 20 novembre 1989.
Le indagini di “Terres des Hommes” segnalano che nel mondo quasi l’85% dei bambini dai 2 ai 14 anni è vittima d’episodi di violenza: dalle punizioni corporali agli abusi sessuali, che s’intensificano maggiormente nei paesi teatri di guerra o di catastrofi naturali, dove i bambini e gli adolescenti, perdendo la famiglia, sono ancora meno protetti.

Dall’indagine condotta dall’Onu nel 2006, emergono numeri preoccupanti:

- circa 53.000 minori morti nel 2002 per omicidio, di cui circa 22.000 sono adolescenti tra i 15 e i 17 anni;
- tra l’80% e il 90% dei minori soffrono per punizioni corporali all’interno delle loro famiglie e più di 1/3 ha sperimentato gravi punizioni fisiche;
- solo il 2,4% dei minori nel mondo sono protetti per legge dalle punizioni corporali;
- ogni anno 275 milioni di bambini sono testimoni di violenza tra i genitori;
- 150 milioni di femmine e 73 milioni di maschi sotto i 18 anni hanno avuto esperienza di rapporti sessuali forzati ed altre forme di violenza sessuale;
- 218 milioni di bambini nel 2004 sono stati vittime di lavoro forzato e 126 milioni di lavori pericolosi.
 
L’Onu ha affermato che tale violenza non è giustificabile e va contrastata con determinazione: gli stati membri, vale a dire, devono impegnarsi (e molti sono già attivi in tal senso) a prevenire e contrastare ogni forma di tale violenza attraverso leggi che la riconoscano come reato, la raccolta dei dati sul fenomeno, le azioni di sensibilizzazione ed informazione della cittadinanza finalizzate al riconoscimento della stessa ed infine attraverso interventi socio-sanitari di protezione e cura dei minori.

All’interno del territorio del Comune di Genova i dati relativi l’anno 2009 segnalano che su un totale di 6.154 minori seguiti dai servizi sociali ben 4.373 sono maltrattati in famiglia.

Il Comune di Genova, nell’ambito della Direzione Politiche Sociali, ha perciò avviato, dal 2002, il progetto “Contrasto al maltrattamento e/o abuso di bambine, bambini e adolescenti” e, in collaborazione con i Consultori Famigliari dell’Asl3 Genovese, opera quindi per:

- raccogliere i dati sul fenomeno;

- creare raccordi con gli altri enti per azioni integrate di presa in carico socio-sanitaria dei minori vittime di violenza e delle loro famiglie;

- curare i rapporti ed interagire attraverso azioni concordate con la Scuola, la Magistratura e le Forze dell’Ordine;

- promuovere cicli di formazione ed aggiornamento sul tema per gli operatori sociali, sanitari, della scuola e delle forze dell’ordine;

- creare un rapporto continuo e concreto di collaborazione con la Magistratura;

- sensibilizzare ed informare la cittadinanza sul tema.

Vogliamo poi fare presente che, anche se l’obbligo di segnalare i casi di minori per i quali sussiste un sospetto di maltrattamento è vincolante solo per i “pubblici ufficiali” e gli “incaricati di pubblico servizio” (operatori dei servizi, insegnanti, medici di famiglia e ospedalieri…), tutti hanno la possibilità di rivolgersi ai Servizi Sociali, ai Consultori Famigliari, alle Forze dell’Ordine o all’Autorità Giudiziaria (Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni) per segnalare notizie e situazioni che possano far sospettare il maltrattamento di un minore.

Ricordando che una segnalazione precoce è un’ottima azione per proteggere chi subisce violenza e prevenire i danni che il maltrattamento subito nell’infanzia può provocare in età adulta (disturbi mentali, dipendenze da sostanze, …), invitiamo allora i cittadini e tutti coloro che lavorano a contatto con bambini e ragazzi a farsi parte attiva, perché solo così si potrà scalfire il muro di questa particolare forma di “omertà” per la quale non si deve “vedere” ciò che succede, specie all’interno delle famiglie.