Sembra esserci un indagato per la vicenda del container da 20 tonnellate di materiale ferroso con all'interno cobalto 60, arrivato ieri nella banchina del Vte a Genova e ora isolato in un piazzale del terminal dove l'attività radioattiva viene mantenuta sotto stretto monitoraggio. Secondo quanto trapelato, si starebbe indagando sul titolare di una società di Firenze specializzata in recupero di materiali, con precedenti per trasporto illecito di sostanze pericolose. La presenza di italiani sembra confermata anche tra i membri della società degli Emirati Arabi che ha spedito il container in Italia. Nessuna di queste aziende avrebbe presentato la prevista dichiarazione per il trasporto dei rifiuti. Dai monitoraggi, seguiti all'isolamento e alla messa a punto di una sistema di rilevazione per le sorgenti radioattive, è emerso che nel container sono presenti più fonti di radioattività, probabilmente allo stato libero, alcuni pezzi di piccole dimensioni che però hanno un'attività tra le più alte. Finiti gli accertamenti il container dovrebbe essere rimbarcato alla volta di Gedda, su una nave messa appositamente a disposizione dall'armatore che l'ha portato in Italia, ma secondo gli esperti la radioattività del cobalto 60 decade dopo 5 anni e sono molto alti i costi per smaltire le 20 tonnellate di carico.
Cronaca
Individuati i responsabili del container radioattivo
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