Un atto ufficiale con tanto di giuramento. Domenico Mimmo Gangemi il fruttivendolo di piazza Giusti a Genova diventa il boss della ‘ndrangheta in Liguria in un giuramento del 2009 in un agrumento nelle campagne del reggino, giuramento che anticipa il vertice del santuario della Madonna di Polsi in Aspromonte. "Mi impongo su quella stella dolente e non dolente... giuro che se non manterrò questo giuramento sarò ucciso nella maniera più atroce" dice Gangemi, e il boss dei boss Domenico Oppedisano replica: "Sì, sì, esatto!". Un giuramento per pochi, per l’elite che dovrà rappresentare la Calabria anche in Liguria. E in questo Gangemi manifesta tutta la sua fedeltà.
Gangemi: "Noi (della Liguria) con la Calabria abbiamo tutta la massima collaborazione, tutto il massimo rispetto... siamo tutti una cosa, noi siamo i calabresi".
Oppedisano: "In Liguria o a Rosarno, sempre da qua siete partito".
Gangemi: "Quello che amministriamo in Liguria è a vantaggio della nostra terra. Non amministrano i liguri, amministriamo sempre noi calabresi".
Ma di ‘ndrangheta in Liguria si parla poi successivamente anche quando i vertici si ritrovano per fare un bilancio. Ed ecco che entrano in gioco gli organi periferici. Vertici filmati dunque dalle forze dell’ordine. E resta una considerazione: come personaggi di questo profilo non si siano mai accorti di essere intercettati.
Cronaca
'Ndrangheta, Gangemi giura: "In Liguria amministriamo noi"
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