Politica

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Enrico Musso conferma, con una nota di poche righe, il suo pensiero sul processo breve, dopo che un paio di interviste su altrettanti giornali hanno aperto un caso all’interno del centrodestra. “Se la legge passasse così com’è scritta – dice – voterei contro”. Al tempo stesso auspica che i numerosi emendamenti presentati possano modificarla, ribadisce la sua aderenza alla carta dei valori del Pdl e riconoscere il diritto di Silvio Berlusconi, come quello di qualsiasi cittadino italiano, a difendersi da attacchi giudiziari e mediatici che potrebbero essere pretesti politici. Poi ammette al telefono da Roma che avrebbe potuto essere più cauto. Sta di fatto che non a tutti nel Pdl le sue esternazioni sono piaciute. Il più duro è Pierluigi Vinai, che rivendica una sorta di “paternità spirituale” su Musso. “In questi 2 anni ho cercato di essergli vicino ragionando con lui dopo ogni esternazione – spiega Vinai – Ho provato a coglierne le positività accompagnandolo in un percorso di condivisione del partito in chiave di crescita progressiva, ma ho il timore che sia un percorso in cui la speranza si affievolisce sempre più”. Poi aggiunge: "Se farà delle precisazioni, spero non sia l’ennesima riconsiderazione di quanto già affermato. Lo dico per la sua credibilità". Troppo tardi, visto che nella sua nota Musso conferma i contenuti delle interviste rilasciate. Nella questione interviene anche il coordinatore regionale del partito, Michele Scandroglio, che chiede a Musso di parlare nelle sedi opportune: “Perché affidare certe dichiarazioni a giornali e tv? – dice Scandroglio – Musso può avere tutti i dubbi che vuole sulla linea del partito, ma li esterni nel gruppo al senato o al coordinamento metropolitano”, facendo intendere che certi episodi non saranno più tollerati. Insomma, una tirata d’orecchie. Il rischio è che Musso si isoli dal resto del partito. Lui, da parte sua, si è chiarito con il vicecapogruppo del Pdl al Senato, Gaetano Quagliarello al quale ha spiegato la natura delle sue affermazioni, ringraziando Berlusconi e Scajola "ai quali - dice - devo le candidature agli incarichi politici che attualmente ricopro". Caso Musso, dunque, rientrato? Tutti si augurano di sì, almeno siano alla sua prossima esternazione. (Davide Lentini)