Cronaca
Antimafia di Genova, sequestrati beni per circa 2 milioni di euro
57 secondi di lettura
Dopo il sequestro a luglio di circa 129 bassi della famiglia mafiosa dei Canfarotta, la Direzione investigativa antimafia di Genova ha portato a termine un'altra operazione, sottraendo beni per circa 2 milioni di euro riconducibili ad Antonino Lo Iacono, condannato nel 2003 a vent'anni di reclusione per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e considerato fin dagli anni '80 esponente del clan mafioso Madonia, che fa capo al boss Giuseppe Madonia detto ''Piddu'', numero 2 di Cosa Nostra. I beni sequestrati erano intestati prevalentemente ai familiari di Lo Iacono. Il clan Madonia e' attivo in provincia di Caltanissetta ma anche nel Nord Italia.Tra i beni sequestrati ci sono conti correnti bancari e postali, case , terreni, negozi e magazzini a Campomorone e Santo Stefano D’Aveto, in provincia di Genova, a Sant’Agata Fossili, in provincia di Alessandria e a Vallelunga Pratameno, nel Nisseno. Sequestrata anche una società unipersonale di asfaltatura strade, che operava a Genova e assegnataria di numerosi appalti presso alcuni Comuni dell’Alta Valpolcevera. Secondo le prime indiscrezioni, Lo Iacono godeva della massima fiducia di Madonia e costituiva l’appendice della famiglia di Vallelunga Pratameno a Genova.
Sponsorizzata
Mercoledì 23 Aprile 2025
A Genova inaugurata Euroflora 2025, 154 giardini da tutto il mondo - Lo speciale
Ultime notizie
- Morto in porto, la pm chiede il "replay" dell'incidente per ricostruire i fatti
-
Meteo in Liguria, sabato con qualche nube. Si abbassano le temperature
- Grande pesca di acciughe nel Tigullio, pescherecci anche da Palermo
-
Termovalorizzatore, Salis a Piciocchi: "Scarpino? La pensa diversamente dal suo caposervizio Bucci"
- Il Genoa verso il Milan, una delle partite più sentite dai tifosi rossoblù
-
Il pomeriggio con la candidata sindaca Silvia Salis - lo speciale
IL COMMENTO
Le BR rapiscono Mario Sossi e Genova entra nell’incubo terrorismo
Il nuovo Papa mantenga lo sguardo di Francesco sui detenuti